Rho, omicidio Migliorati: "Il killer tentò di vendere i gioielli rubati ad Antonietta"

Le parole di un testimone al processo che vede imputato Renato Modugno: accompagnai il killer al compro oro

I rilievi degli investigatori nell’abitazione di via Belvedere

I rilievi degli investigatori nell’abitazione di via Belvedere

Rho (Milano), 6 dicembre 2018 - Tentò di vendere i gioielli rubati alla vittima, Renato Modugno, il 53enne accusato di avere ucciso a coltellate Antonietta Migliorati, 73 anni, pensionata, il 17 agosto 2017 nella sua abitazione di via Belvedere a Rho. L’uomo, che aveva un disperato bisogno di soldi perché la banca gli aveva negato un prestito, dopo aver massacrato la donna con nove coltellate, le aveva rubato la fede nuziale, una collanina, un bracciale e altri monili in oro. Secondo quando raccontato da un testimone, ieri mattina davanti alla prima sezione della Corte d’Assise di Milano, dove si svolge il processo a carico di Modugno, due giorni dopo l’omicidio il killer avrebbe provato a vendere i gioielli della sua ex vicina di casa. Il testimone ha raccontato di avere accompagnato l’imputato e suo fratello Walter, che frequentava già da qualche tempo, da un compro oro ad Arona, in provincia di Novara. Rispondendo alle domande del giudice Ilio Mannucci Pacini, che lo ha ripreso più volte chiedendogli di essere più chiaro nelle risposte, il teste ha spiegato che Walter Modugno, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, gli aveva detto che suo fratello, cioè Renato, in quei giorni "era in aria, aveva avuto dei casini con la moglie e con la famiglia".

Nel processo con rito ordinario che si è aperto lo scorso 24 ottobre si sono costituiti parti civili Stefania e Marco Ripoldi, figli della vittima, assistiti dall’avvocato Massimo Proietti dell’Unavi (Unione Nazionale Italiana Vittime). Il processo è stato aggiornato al 19 dicembre e quel giorno potrebbe essere sentito l’imputato. Arrestato il 5 marzo 2018, accusato di omicidio volontario, il 53enne era stato incastrato dalle tracce del Dna trovato sul corpo della vittima e dai tabulati telefonici. Per lui era stato facile entrate in casa di Antonietta. Prima l’aveva colpita al volto con un pugno, poi l’aveva trascinata nel bagno e colpita nove volte con un coltello.

Era stata la figlia di Antonietta a trovare il corpo della donna. Un atroce delitto che aveva sconvolto la città dove Antonietta era molto conosciuta e amata. Un omicidio reso ancora più crudele dal movente: qualche monile in oro da rubare e vendere per incassare poche centinaia di euro. La conferma è arrivata anche ieri in aula dalla testimonianza resa al giudice.