Rho, il giallo della pensionata uccisa: "Mia madre non aveva nemici"

Lo sfogo della figlia di Antonietta Migliorati, la 73enne trovata morta nella sua casa via Belvedere lo scorso 17 agosto

L'abitazione della vittima

L'abitazione della vittima

Rho (Milano), 12 novembre 2017 - "Mia mamma non aveva nemici, non aveva nessuna relazione sentimentale con un uomo, le carte erano il suo hobby ma non si faceva pagare". Rompe il silenzio, Stefania Ripoldi, 51 anni, figlia di Antonietta Migliorati, la pensionata 73enne uccisa lo scorso 17 agosto nella sua abitazione di via Belvedere 4 a Rho. A quasi tre mesi di distanza dall’omicidio della madre, Stefania ha parlato ai microfoni della trasmissione “Quarto grado”. Le indagini sull’omicidio sono ancora in corso, l’assassino non è ancora stato arrestato. Nelle sue parole non c’è rabbia, ma tanta amarezza, "con quello che è stato raccontato in questi mesi, mia mamma è stata uccisa due volte".

Probabilmente la figlia si riferisce ai racconti di chi la conosceva o alle ipotesi spuntate in questi mesi, tra le quali la pista passionale, cioè un uomo con il quale Antonietta avrebbe avuto una relazione o che avrebbe respinto: "Mia mamma mi ha sempre detto che non voleva nessun altro uomo". O la pista dei soldi che si faceva dare per leggere le carte: "Mia mamma puliva le scale del condominio per avere lo sconto sull’affitto della casa, i tarocchi li leggeva senza chiedere denaro". L’indagine coordinata dal pm Antonio Cristillo dovrebbe essere vicina a una svolta, sono state visionate le immagini delle telecamere installate nella zona, disposte intercettazioni telefoniche, effettuati i rilievi nell’appartamento, gli interrogatori e isolato anche un Dna. Ma delle indagini la figlia Stefania non vuole parlare e neppure della scena del crimine, di quando cioè il 17 agosto intorno alle 21 è andata a casa della mamma che da ore non rispondeva al telefono e l’ha trovata morta dissanguata nel bagno a causa delle profonde ferite al collo provocate da un oggetto appuntito.

"Io conoscevo tutti i movimenti di mia mamma, il giovedì era giorno di mestieri - continua Stefania -, quando l’ho chiamata al telefono intorno 17 e non mi ha risposto non mi sono preoccupata subito, solo qualche ora dopo ho deciso di andare a casa sua". In queste settimane i carabinieri del Nucleo investigativo di Monza e quelli della Compagnia di Rho hanno scavato nella vita della pensionata e nella cerchia dei suoi amici e familiari. Ora Stefania e gli altri parenti di Antonietta chiedono solo giustizia: "Può essere stato chiunque a ucciderla".