Novate, in mostra l'artista anarchico che dipinse nei campi di detenzione

I 32 dipinti, che risalgono agli anni ’20, ’30 e ’40, erano stati donati da Giandante X a una famiglia del posto che ora decide di condividerli. La mostra con l'Anpi a Villa Venino

Il gruppo degli organizzatori a Novate

Il gruppo degli organizzatori a Novate

Novate Milanese (Milano), 20 gennaio 2020 - Le opere inedite dell’anarchico Giandante X in mostra con l’Anpi. Furono donate dall’artista alla famiglia Gigante e ora Miuccia, ex numero uno dell’associazione partigiani, le condivide con tutta la città. Più di 32 quadri che risalgono agli anni Venti, Trenta e Quaranta saranno protagonisti di una mostra, organizzata da Anpi in collaborazione con la Consulta Civile e il Comune. L’esposizione è curata dall’artista Emanuele Gregolin. "Le opere sono state realizzate nei campi di concentramento, con carboncini o china. La caratteristica è che molti degli originali sono di dimensioni modeste, dieci centimetri per dieci, e rappresentano volti, figure, spesso ispirati a personaggi realmente esistiti", racconta Gregolin. Ma chi è Giandante X?

«Giandante X - spiega lo storico Sergio Giuntini - è lo pseudonimo di Dante Pescò, nato a Milano nel 1899 e morto nel 1984. Fu un pittore, scultore, illustratore, anarchico, antifascista e partigiano. La sua famiglia era composta da imprenditori tessili e lui si è trovato da subito in conflitto perché odiava la gerarchia. Infatti scappò da casa a 16 anni. Aveva un grande amore per i libri, leggeva moltissimo ed era un giovane solitario, inafferrabile, che voleva essere libero. Non ha mai voluto prendere una posizione politica e venne assunto dal giornale L’Unità come grafico ed illustratore".

Da combattente e antifascista fu più volte arrestato e bastonato. "Nel ‘33 andò a vivere in Francia e da lì si spostò tra Belgio e Lussemburgo. Iniziò poi la guerra in Spagna e andò a combattere. Poi con la sconfitta dei Repubblicani, fu internato tra Francia e Spagna, fino all’arrivo dei fascisti. Arrestato nel ‘42 venne portato con Vincenzo Gigante, padre di Miuccia, a Ustica come prigioniero e vi rimase fino al ‘43 quando furono trasferiti vicino ad Arezzo", conclude. Da lì Giandante X riuscì a fuggire e sparire, per riapparire dopo il 25 aprile 1945. L’artista viveva in solitudine, dipingeva e scriveva poesie, mangiava quel che capitava e spesso era ospite della famiglia Gigante.

In cambio dei pasti serali, poi lui si sdebitava con i suoi lavori. Ora Miuccia Gigante, dopo anni di presidenza Anpi, ha deciso di mostrare i lavori che ha conservato negli anni. "Questa mostra appartiene a Novate. Anpi, il curatore, la Consulta, lo storico, Miuccia, il Comune, siamo tutti legati alla città", spiega il presidente Anpi di Novate, Giuseppe Labbate. L’anteprima della mostra oggi alle 20.45 nello spazio Di Vittorio 22. Inaugurazione in Villa Venino sabato alle 17, apertura fino al 9 febbraio.