Febbre del Nilo, casi di contagio a Rho e Pregnana Milanese

A confermare che la malattia tropicale che si diffonde con la puntura di zanzara è arrivata anche nella provincia milanese è Ats di Città Metropolitana

E' una zanzara a portare la febbre del Nilo

E' una zanzara a portare la febbre del Nilo

Rho, 21 agosto 2018 - Due casi di Nile virus a nord ovest di Milano. A confermare che la malattia tropicale che si diffonde con la puntura di zanzara è arrivata anche nella provincia milanese è Ats di Città Metropolitana. "La procedura prevede che in caso di segnalazione di infezione da West Nile virus venga inoltrata al sindaco del Comune interessato una nota in cui viene data comunicazione del caso e richiesto intervento di ulteriori misure e azioni di prevenzione", spiega Ats.

I casi notificati riguardano nello specifico Rho e Pregnana Milanese. Sui siti web dei due Comuni dalle scorse ore è possibile informarsi sui provvedimenti adottati: "Intensificata l’opera di disinfestazione delle zanzare sul territorio comunale di Rho anche a seguito della segnalazione pervenuta a questa amministrazione da parte dell’Ats di Milano di un caso di West Nile Virus su un cittadino residente a Rho e uno a Pregnana Milanese, la malattia di cui non conosciamo i particolari a riguardo del soggetto colpito né dove è stata contratta e in quali condizioni, potrebbe utilizzare come vettore le zanzare".

Negli ospedali di zona non si registrano ricoveri, ma la malattia nell’80% dei casi non dà sintomi. E nel 20% si traduce in una normale febbre. Il virus è letale solo in pazienti già debilitati, in genere anziani molto cagionevoli. Il virus del Nilo occidentale ha interessato particolarmente Friuli, Veneto, Emilia Romagna, parte del Piemonte e, solo nei giorni scorsi, sono stati scoperti focolai anche in Lombardia. Ed è solo dal 9 agosto scorso che il Ministero della Salute ha predisposto l’introduzione del test screening NAT sulle donazioni di sangue anche nella provincia di Milano che, fino a quel momento era esclusa dall’elenco delle zone dove sono presenti focolai. Proprio nell’Asst Rhodense la diagnosi della presenza nel sangue di questo virus, ha uno dei suoi importanti punti di riferimento, affidata dal 2014 al servizio immunotrasfusionale della zona: una task foce di medici, biologi e tecnici impegnati a prevenire il diffondersi dell’infezione, attraverso le analisi compiute nel laboratorio di biologia molecolare dell’ospedale di Garbagnate Milanese dove confluiscono le sacche di sangue raccolte nell’ampio territorio che interessa oltre che il Rhodense ed il Bollatese anche il Legnanese, il Magentino e l’Abbiatense.

Si tratta di uno screening di massa che evita il diffondersi della patologia anche attraverso le trasfusioni. Fino a oggi l’attenzione era rivolta ai donatori che avevano soggiornato, anche per un solo giorno, nelle provincie di Mantova, Cremona, Brescia, Lodi e Pavia dove era scattato l’allarme, mentre la provincia milanese fino al 9 agosto scorso era ancora esclusa dalla lista.