"Marilena Re non l’ho uccisa io": Clericò mette la marcia indietro

Una lettera indirizzata al pm Rosaria Stagnaro, titolare dell’inchiesta

I tecnici nell’orto dov’è stato trovato il cadavere di Marilena Re

I tecnici nell’orto dov’è stato trovato il cadavere di Marilena Re

Garbagnate Milanese (Milano), 11 ottobre 2017 - Una lettera indirizzata al pm Rosaria Stagnaro, titolare dell’inchiesta, nella quale racconta cosa è successo il 30 luglio, giorno in cui è scomparsa da casa ed è stata uccisa Marilena Rosa Re, promoter 58enne di Castellanza. L’ha scritta di suo pugno Vito Clericò, il 65enne di Garbagnate Milanese reo confesso dell’omicidio della promoter, detenuto nel carcere di Busto Arsizio dall’11 settembre.

È stata una sua iniziativa e, ieri pomeriggio, l’ha consegnata ai suoi avvocati Daniela D’Emilio e Franco Rovetto al termine di un colloquio durato un paio di ore. «Nella lettera rivede la sua posizione, ammette l’occultamento del cadavere e poi parla del coinvolgimento di un’altra persona, ma senza fare nomi, perché afferma di aver visto solo delle mani, insomma fa un passo indietro rispetto a quanto confessato nelle ultime settimane, torna alla versione in cui Marilena sarebbe stata uccisa da qualcun altro – spiega l’avvocato Favetto – Questa nuova versione dei fatti conferma la tesi sulla necessità di una perizia psichiatrica su Clericò che soffre di epilessia e di altri problemi psichiatrici e lo scorso aprire ha interrotto la terapia farmacologica. Vogliamo capire se la mancata assunzione di questi farmaci può avere conseguenze sul suo stato mentale».

La lettera verrà depositata questa mattina in Procura a Busto Arsizio. I legali di Clericò nei giorni scorsi avevano depositato un’altra istanza al pm per far ascoltare il loro assistito ma per il momento non è arrivata nessuna convocazione. Infine, gli avvocati sono in attesa di ricevere gli esiti sui test del Dna e degli altri accertamenti effettuati sui resti del corpo rinvenuti nell’orto di via Volta.

roberta.rampini@ilgiorno.net