Bufera sanità, le intercettazioni: "A Maltagliati... Gli spezzi la mano"

Inchiesta Smile: nel 2014 Longo e Rizzi così parlavano dell'allora direttore del Salvini

Fabio Rizzi (al centro) all’inaugurazione del nuovo ospedale di Garbagnate Milanese

Fabio Rizzi (al centro) all’inaugurazione del nuovo ospedale di Garbagnate Milanese

Garbagnate Milanese (Milano), 18 febbraio 2016 - «Ermes come va l’odontoiatria qui?... Eh beh qua c’abbiamo Bollate che non parte... Io gli ho detto cosa c’è ancora il problema dell’ascensore? Eh, mi dice, se non parte io tra un po’ le zappo il contratto. Poi mi dice: perché sai Fabio... Adesso le parole esatte non me le ricordo... Ma praticamente mi dipinge un quadro come se tu gli avessi detto che volevi... ehm fare comunella con la Canegrati».

È il 26 settembre 2014: Mario Valentino Longo, consulente Europolis e nello staff di Fabio Rizzi, ha appena incontrato Ermenegildo Maltagliati, all’epoca direttore generale dell’azienda ospedaliera Salvini di Garbagnate Milanese e riferisce telefonicamente a Rizzi cosa si sono detti. All’ascolto però ci sono anche gli investigatori al lavoro sull’inchiesta «Smile», culminata martedì in 21 fra arresti e misure cautelari restrittive (tra loro proprio quel Fabio Rizzi braccio destro del Governatore Maroni). L’ennesimo scandalo che ha travolto la sanità lombarda. Corruzione, turbativa d’asta, riciclaggio. Queste le accuse che smascherano un «sistema corruttivo» volto a favorire – in alcune fra le più importanti aziende ospedaliere lombarde – le società di servizi odontoiatrici riconducibili alla «imprenditrice pigliatutto» Paola Canegrati.

Il reparto di odontoiatria di cui si parla nelle intercettazioni è quello dell’ospedale di Bollate. I lavori di realizzazione al quinto piano del padiglione 63 sono iniziati a luglio 2013 e si sono conclusi sei mesi dopo, tuttavia manca ancora l’impianto di ascensore esterno e Maltagliati non autorizza l’apertura. L’appalto per la fornitura delle poltrone odontoiatriche l’ha vinto proprio quella Maria Paola Canegrati anche lei arrestata martedì. Per sbloccare la situazione Rizzi manda Longo da Maltagliati che, come riportato nell’ordinanza di carcerazione, aveva prospettato la possibilità di revocare l’appalto alla Canegrati. Un incontro breve nel corso del quale Maltagliati arriva a fare delle allusioni sui rapporti tra Rizzi e la Canegrati. Longo nega la «comunella».

«Io gli ho detto, guarda mi sembra che sei confuso perché io sto con Fabio da 22 anni e sta cosa qua non l’ho mai sentita. E siccome sto con lui tutti i giorni o la Canegrati la vede nei cassetti... oppure». Poi Longo aggiunge: «La Canegrati in due anni... in un anno che siamo lì è entrata una volta in Regione eh? Cioè non rompiamo i coglioni». A quel punto Rizzi che aveva solo ascoltato interviene e critica duramente il manager sanitario: «Ma lui è un coglione di suo (riferendosi a Maltagliati, ndr) non è un problema». Longo: «No Fabio non è giusto che tu quando uno fa delle battute del genere... perché ricordati che se lo ha fatto a me va in giro a farla questa battuta». Rizzi: «Ovviamente, ovviamente». Longo: «Quindi la prima volta che lo acchiappi gli spezzi una mano! A meno che non vuoi delegare me però mi sa che... ». Rizzi: «Nooo ma non vale la pena è tra quelli che è a fine corsa... fine del cinema, insomma fuori dai coglioni».