Morto sul campo da basket, Garbagnate piange Alessio: "Eri il migliore, ci mancherai"

Il mondo della pallacanestro sotto choc per la morte di Allegri: "Una bandiera"

Alessio Allegri era soprannominato 'Koeman' per la sua potenza

Alessio Allegri era soprannominato 'Koeman' per la sua potenza

Garbagnate Milanese (Milano), 18 dicembre 2019 - La vita   lo aveva già messo a dura prova alcuni anni fa, aveva lottato contro un angioma alla testa: aveva vinto la battaglia e ripreso subito a giocare a basket. Venti punti a partita di media, sempre, anche in Serie C Silver. "Difficilmente marcabile", spiegano i tecnici. Attaccamento alla maglia, corretto e amato anche dagli avversari. "Aveva una tecnica tutta sua, con traiettorie che sfidano le leggi della fisica, negli anni ha aggiunto una certa malizia. Lui la chiama esperienza, la verità è che in area sguazza come un maialino nel fango", scriveva un compagno di squadra qualche mese fa. Era questo, Alessio Allegri, 37 anni, bandiera dell’Osl Garbagnate, che domenica pomeriggio si è accasciato a terra sul parquet del Molinello di Rho durante la partita contro La Torre Basket di Torre Boldone e lunedì pomeriggio è morto all’ospedale Sacco di Milano. Un arresto cardiaco, il suo cuore ha ceduto.

Umile, generoso, di poche parole, sorridente, sarebbe diventato papà tra poche settimane. "Non riesco ancora a parlare di Alessio, lui era l’Osl Garbagnate, era come un figlio per me, aveva un amore infinito per la maglia e la nostra società - spiega Lorenzo Marrapodi, presidente del sodalizio -. In queste ore tutte le società di basket che lo avevano conosciuto dentro e fuori dal campo mi hanno mandato dei messaggi di vicinanza e ricordi davvero molto belli". Il coach-presidente non riesce ad andare avanti, il nodo alla gola blocca le parole. La società di basket che gravita intorno all’oratorio San Luigi di Garbagnate ha sospeso tutte le partite in programma nei prossimi giorni. La Federazione ha annunciato che verrà rispettato un minuto di silenzio su tutti i campi.

Amarissima ironia della sorte, per domenica il Comune di Rho ha programmato l’inaugurazione del palazzetto dello sport Molinello, recentemente ristrutturato, lo stesso dove Alessio si è sentito male. "Lo ricorderemo anche noi", dichiara l’assessore allo Sport Andrea Orlandi. E aggiunge: "Domenica scorsa quando Alessio si è accasciato i soccorsi sono stati immediati, c’era il medico in campo come previsto dal Regolamento, c’era il defibrillatore che abbiamo installato tempo fa, come nelle altre strutture sportive rhodensi, nella piscina accanto era in corso un evento che richiedeva la presenza di un’automedica e il personale è intervenuto per aiutare il medico. Poi sono arrivate un’ambulanza e un’altra automedica. Abbiamo sperato tutti che il suo cuore riprendesse a battere".

Per la potenza, Alessio era soprannominato “Koeman” come lo storico difensore della nazionale olandese degli anni Novanta. Faceva anche l’istruttore e l’allenatore di basket, praticamente in tutte le squadre delle giovanili di Garbagnate, dai 6 ai 16 anni. In queste ore sui social tanti ricordi e ringraziamenti. "Alessio, sei stato il giocatore migliore di tutti. Esempio dentro e fuori dal campo. È terribile. Prenditi cura dal cielo del bimbo che avresti conosciuto tra pochi giorni. Lasci un grande vuoto nel mondo del basket. E un grande esempio". Anche Marrapodi cerca le parole migliori per ricordarlo: "È difficile parlare di Alessio sapendo che non c’è più. Da una parte c’è tanta voglia di un tributo a un vero campione e dall’altra la difficolta di trovare parole degne". Il cestista si è accasciato indossando la maglia che amava e non ha mai voluto lasciare nonostante le lusinghe di altre squadre. E c’è chi sui social condivide vecchi ricordi: "Si dice che non ci siano più le bandiere. Sicuri? Signore e Signori, il nostro simbolo, il più forte di sempre, il Capitano: Alessio Allegri!".