Fase 2, l'assistente sociale di Rho: "Lavoro sorridendo con gli occhi e non mollo"

Debora Lai, 27 anni, assistente sociale nella casa di riposo Perini racconta come ha affrontato questi mesi di emergenza

Debora Lai, 27 anni, da 2 mesi e mezzo in prima linea

Debora Lai, 27 anni, da 2 mesi e mezzo in prima linea

Rho, 13 maggio 2020 - «Ho cambiato tutto il mio lavoro, ho messo da parte la stanchezza e non ho mai avuto l’idea di scappare, anzi. Sono stati mesi duri ma molto intensi, mesi che lasciano ancora spazio alla voglia e al desiderio di continuare a lavorare sorridendo con gli occhi". Dopo due mesi e mezzo in prima linea, Debora Lai, 27 anni, assistente sociale nella casa di riposo Perini di Rho, ha preso carta e penna e condensato in una lettera pensieri, racconti e riflessioni di "questa grande sfida straordinaria che è l’emergenza Covid-19".

Una lettera dalla quale traspare la fatica di tutti gli operatori sanitari della Rsa, medici, infermieri, fisioterapisti, psicologo, cuochi, addetti alle pulizia e amministrativi, ma anche la passione con la quale quotidianamente si sono presi cura degli anziani. "Fin dall’inizio dell’emergenza tutta la Fondazione Restelli ha cercato soluzioni per evitare la creazione di un ‘muro’ con i familiari - scrive Debora - le videochiamate sono state fin da subito un’idea e una soluzione che ho apprezzato. Mi sono sempre chiesta cosa pensano i nostri ospiti nel vedere il proprio caro chiuso dentro un oggetto rettangolare che parla. È stato commovente vederli cercare il proprio figlio, figlia, marito, moglie o nipote dietro il telefono. È stato emozionante vederli cercare di accarezzare il telefono. Non è stato facile vederli piangere e sentire un’empatia forte, tanto da farmi provare un brivido. Ed è stato straziante far vedere ai familiari che il proprio caro stava soffrendo. Fare le videochiamate tutti i giorni ed entrare nel mondo di ciascun ospite è stata un’esperienza che mi ha formato ancora di più".

Nella Rsa rhodense, dove oltre il 50% degli ospiti è risultato positivo e ci sono stati 78 morti dall’inizio dell’anno, tutto è cambiato: salone vuoto, alcune stanze vuote, giorni differenti da quelli di sempre, "ma sono stata testimone di operatori che non si fermano mai e che lavorano oltre ciò che spetterebbe loro; testimone delle sudate sotto i camici", racconta. Non sono mancati i momenti di sconforto, aggiunge Debora, "sono stata anche testimone dell’assenza di aiuti esterni, testimone di continui cambi di rotta e di informazioni discordanti. Ma allo stesso modo sono stata testimone di una Direzione che ha cercato sempre la via migliore e più veloce possibile per tutelare e prendersi cura della salute dei nostri ospiti, nonostante le ‘mani legate’- conclude - nel mio piccolo, faccio ora un bilancio per ricordarmi e comprendere che l’emergenza che c’era fuori dalla Rsa c’è stata anche dentro. La consapevolezza, che porto chiara nella testa e nel cuore, è che abbiamo tutti fatto il possibile, prima di tutto per gli ospiti".