Coronavirus, il gol più bello del Settimo: "Aiutiamo chi combatte questa battaglia"

I calciatori donano i soldi delle 'multe' alle strutture ospedaliere

Calciatori dal cuore d'oro

Calciatori dal cuore d'oro

Settimo Milanese (Milano), 18 marzo 2020 - "Il calcio si ferma, il cuore dell’Us Settimo Milanese no: tutti i soldi delle multe di quest’anno donati a GoFundMe per combattere il coronavirus". Anche il calcio minore scende in campo per dare una mano alle strutture ospedaliere. Sono stati i giocatori della prima squadra che milita nel campionato di Eccellenza a lanciare l’iniziativa, aderendo alla campagna #NonLasciamoIndietroNessuno.

"Dall’inizio della stagione, come gruppo teniamo una cassa comune per raccogliere i soldi delle multe di chi infrange le regole - spiega il capitano Francesco De Grandi -, per esempio se uno arriva tardi agli allenamenti mette nella cassa cinque euro, un euro se alla chiamata dell’arbitro non si è pronti in tenuta da gioco e altre situazioni simili. Solitamente a fine stagione tutto il denaro raccolto viene speso insieme, per una cena o una festa. In assenza del calcio giocato, in queste settimane ci sentiamo al telefono e confrontandoci su questa situazione è nata l’idea di mettere a disposizione la nostra cassa per le persone malate e per tutti coloro che stanno lavorando negli ospedali. Un componente della squadra ha poi proposto di aderire alla campagna #NonLasciamoIndietroNessuno, con cui si stanno raccogliendo fondi per l’ospedale Niguarda".

La cifra raccolta finora a suon di multe da parte dei giocatori del Settimo è di 630 euro, un piccolo contributo rispetto alle necessità, ma certamente un esempio concreto per le altre centinaia di squadre a livello dilettantistico. "Giro l’iniziativa a tutti i miei colleghi calciatori, sarebbe bello facessero lo stesso", spiega Mattia Coppini in un video. L’iniziativa è stata motivo d’orgoglio per il presidente Alberto Albertani: "È bello che i ragazzi decidano di fare un gesto di solidarietà. In questo momento dobbiamo pensare a chi sta peggio: a chi sta combattendo per la propria salute, alle famiglie di malati, a tuttii medici, infermieri e ricercatori che si stanno adoperando per trovare una soluzione a ciò che sta accadendo".