Coronavirus, si allunga la coda alla mensa del povero di Rho

Oltre agli utenti già noti, in largo Don Rusconi sono comparsi molti italiani mai visti prima, comprese giovani donne rimaste senza lavoro

La distribuzione dei sacchetti è occasione per intercettare i bisogni dei più fragili

La distribuzione dei sacchetti è occasione per intercettare i bisogni dei più fragili

Rho (Milano), 4 aprile 2020 - Da giorni la fila si è allungata, oltre agli utenti già noti ci sono molti italiani mai visti prima, anche giovani donne, "che fanno il mestiere più vecchio del mondo o che si arrangiavano con lavoretti saltuari, magari pulizie in casa o altro, ma da settimane non lavorano più". La distribuzione del sacchetto con il pranzo inizia alle 11.30, in media vengono erogati una cinquantina di pasti. Alla sera alle 18.30 e il numero di sacchetti arriva anche a 70. "Molti vengono qui a prendere i pasti, altri che hanno bisogno vengono raggiunti nelle loro case dai volontari delle parrocchie cittadine", spiega Angelo Rossi della cooperativa Intrecci. C’è bisogno di mangiare, ma l’isolamento e la paura di queste settimane ha aumentato anche il bisogno di ascolto. È quello che succede alla mensa del povero di largo don Rusconi.

Quando è iniziata l’emergenza sanitaria il pasto caldo è stato sostituito con un cestino di viveri, carne, formaggio, acqua e frutta. "Abbiamo una rete di supermercati dove andiamo a recuperare il cibo e moltissime donazioni di privati che ci consentono di soddisfare le richieste di tutti – commenta don Gianluigi Frova, prevosto – E poi abbiamo tantissimi volontari che non si sono tirati indietro e ci consentono di garantire un servizio per molti essenziale". Il Coronavirus non ferma neppure il progetto “Sotto coperta“ avviato dall’amministrazione comunale insieme alla cooperativa Intrecci, alla Caritas cittadina e a molti volontari. Al contrario, il servizio mensa serale è stato prolungato fino al 30 aprile e il dormitorio della Casa Itaca resta aperto anche di giorno.

"Tutti noi sappiamo che per ridurre i contagi dobbiamo stare a casa, ma chi la casa non ce l’ha? – dichiara l’assessore ai Servizi sociosanitari Nicola Violante – Per queste persone abbiamo deciso di aprire il dormitorio anche di giorno, Casa Itaca ha lo spazio necessario per garantire le distanze tra le persone richieste dalle misure di contenimento dell’epidemia. Abbiamo preso questa decisione per ridurre il più possibile che i senza dimora siano in giro per la nostra città anche in questi giorni. Inoltre grazie ad una donatrice il servizio di mensa serale anziché chiudere il 3 aprile, resterà aperto per tutto il mese, un’ altra dimostrazione di attenzione verso i nostri cittadini che attraversano un momento di particolare fragilità". Gli operatori arrivano a metà mattinata, infilano mascherina e guanti, poi preparano i sacchetti. Il momento della consegna è l’occasione per scambiare due chiacchiere con gli utenti, per intercettare nuovi bisogni, se ce ne sono. Chi si mette in fila dall’altra parte del tavolo, parla poco, ma esprime gratitudine. "L’unico servizio che abbiamo chiuso è l’ambulatorio medico, ma abbiamo mantenuto il servizio doccia e la richiesta è aumentata, anche perché siamo gli unici in tutto l’hinterland a garantire questa possibilità all’interno di Casa Itaca", conclude Rossi.