Coronavirus, a Bollate scatto d’autore alle coppie separate dalla quarantena

Il fotografo Angelo Cozzi guarda al dopo-pandemia e invita nel suo studio per celebrare il ricongiungimento col progetto “L’amore al tempo del Covid“

Jordan Angelo Cozzi

Jordan Angelo Cozzi

Bollate (Milano), 24 aprile 2020 - Il virus separa, quali sono gli effetti sugli amori tenuti lontani? Quali dolori, attese, aspettative delle coppie verso il dopo-emergenza? Domande a cui Jordan Angelo Cozzi, classe 94, pluripremiato, con la passione e l’amore per la fotografia umanistica, proverà a rispondere. Il suo progetto “L’amore al tempo del Covid-19“ guarda al dopo-pandemia e invita le coppie che sono rimaste separate dalla quarantena, nei giorni del ricongiungimento, a presentarsi nel suo studio di Bollate per uno scatto.

Come nasce l’idea? "A gennaio stavo realizzando i lavori di restauro per adibire uno spazio come studio fotografico nel centro di Bollate, un minuto a piedi dalla stazione. Poi l’emergenza è esplosa fermando tutto. Per questo nel primo periodo di inaugurazione e di stabilità ho pensato di offrire un ritratto fotografico a tutte le coppie che sono state separate a causa del Covid. Insomma anch’io vorrei fare la mia parte in questo periodo così drammatico. Vorrei creare uno stile di narrazione sempre unico, con più coppie. Un contatto, dopo tanta separazione".

È la sua stessa condizione? "Ho molti amici che stanno vivendo la separazione, io sono, invece, abituato a vivere a relazione a distanza e non ne soffro. Dai loro racconti comprendo che questa condizione stia facendo soffrire molto".

Jordan è un romantico? "Lo sono, purtroppo, ed è tutta colpa di mia mamma".

Come sta vivendo la quarantena? "Sto facendo tanto volontariato con Auser Monza Brianza e ho aperto una campagna solidale “Un tablet (e molto altro) per le case di riposo“, per le due Rsa di Bollate".

Gli anziani sono protagonisti dei suoi scatti. "Racconto con le immagini il rapporto con i nonni. E in particolare ho realizzato un progetto “Truelove (Vero Amore)“, nato nel 2014 da un’esperienza di volontariato in una casa di riposo di Garbagnate, durante il mio periodo di formazione al liceo artistico di Arese, un lavoro che ha ricevuto diversi premi: è uno sguardo intimo sulle coppie di anziani che hanno vissuto sempre insieme, separate ai tempi solo dalla guerra, oggi da un virus".