Cornaredo, all'orto "3C" si coltiva il benessere

Gli attivisti: "Promuoviamo stili di vita sani e rapporti sociali". Raccolti in un anno oltre 450 chili di ortaggi

Agricoltori al lavoro

Agricoltori al lavoro

Cornaredo (Milano), 23 luglio 2019 - "Per me l’orto 3C è un po’ come riappropriarsi della propria vita. È tornare alle origini, è prendersi il tempo per seguire il ritmo della natura. È come manifestare ogni giorno in piazza perché vogliamo un mondo migliore, prodotti a chilometri zero e senza pesticidi. È far crescere la consapevolezza in me e nei miei figli che con le nostre mani possiamo fare tanto e che possiamo fare delle scelte su come vogliamo vivere". Alessandra, professione magliaia e mamma di tre figli, è una delle attiviste dell’orto “3C-Coltiviamo il clima e la comunità” che Humana People to People Italia ha inaugurato a luglio delle scorso anno in via Rosa Parks, angolo via Cascina Duomo a Cornaredo.

Il progetto mira a coinvolgere i cittadini e a sensibilizzarli sui temi del consumo responsabile e della riduzione dell’impatto ambientale, a favorire uno stile di vita sano attraverso l’auto-produzione di cibo di qualità, ma anche instaurare e rafforzare rapporti sociali e comunitari. E il primo anno di attività è stato un successo. Il terreno di circa 2.000 metri quadrati è stato suddiviso in 15 lotti di circa 30 metri quadrati, affidati a 15 attivisti che si sono impegnati a coltivarli dopo aver seguito un percorso di formazione per imparare tecniche e metodologie di agricoltura biologica e a basso impatto. Con il supporto del tutor e di tecnici esperti, hanno realizzato tutte le strutture che sono presenti nell’orto, compreso l’impianto di irrigazione a goccia, un semenzaio, una zona di compostaggio, una per la conservazione della biodiversità e un’area di coltivazione condivisa per esercitazioni o attività con esterni. In dodici mesi sono state oltre 278 le ore di tutoring in campo e 48 quelle di lezione. Gli attivisti hanno fatto 900 ore di lavoro comunitario durante le quali l’orto ha preso forma, i lotti sono stati tracciati, sono stati piantate e seminate le colture stagionali, sono state affrontate le emergenze idriche e sanitarie. Nonostante le temperature anomale e la scarsa disposizione di acqua, sono stati prodotti complessivamente oltre 450 chili di ortaggi che gli attivisti hanno portato a casa gratuitamente per il loro consumo familiare.

"La terra ce l’ho nel cuore per le sue origini, ma questa è la prima vera esperienza di coltivatore", racconta Angelo, che nonostante i turni al lavoro come operaio specializzato è tra i più assidui frequentatori dell’orto 3C. L’attivista più giovane ha 21 anni, il più anziano 71. Oggi sono 31 le persone che frequentano con regolarità l’orto: "Ero incuriosita dal progetto e mi è sempre piaciuta l’idea di avere un orto in casa, ma purtroppo non ne ho la possibilità - dice Cinzia -. All’orto 3C siamo partiti da zero un anno fa e ora comincio a vedere i primi risultati: raccogliere ciò che ho coltivato con impegno e costanza è una grande soddisfazione e racchiude tutto un altro sapore".