Cornaredo, spari al pusher: arrestato il cognato

Un debito di droga all'origine dell'agguato nei campi

I carabinieri sul luogo della sparatoria

I carabinieri sul luogo della sparatoria

Cornaredo (Milano), 29 maggio 2019 - Un debito legato allo spaccio della droga  e alcuni dissidi che la vittima aveva con il suo aggressore, tra l’altro suo cognato. È questo il movente della sparatoria avvenuta sabato 11 maggio in un’area boschiva tra Cornaredo e Settimo Milanese.

Nelle scorse ore i carabinieri di Cornaredo e Trezzano sul Naviglio al termine di una complessa attività d’indagine hanno arrestato per tentato omicidio Khalid El Jabiry, 36 anni, regolare, nullafacente, pregiudicato. È stato lui ferire all’inguine con un colpo d’arma da fuoco il marocchino di 33 anni, irregolare, con precedenti penali per spaccio di droga e debitore nei suoi confronti di un migliaio di euro. Quel giorno la vittima, seppur gravemente ferita, era riuscita a chiamare la centrale operativa del 118 e chiedere aiuto dando indicazioni al personale sanitario dell’area in cui si trovava. All’arrivo dell’elisoccorso il nordafricano aveva già perso moltissimo sangue, dopo le cure mediche sul posto era stato trasferito con l’elisoccorso all’ospedale milanese Niguarda con codice rosso. Nelle ore successive al ricovero è stato il 33enne a dare indicazioni ai carabinieri sull’aggressore che sapendo di essere ricercato non è mai tornato a casa e ha dormito in diversi appartamenti. Grazie alle testimonianze, alle intercettazioni e all’analisi delle celle telefoniche, El Jabiry è stato individuato e monitorato all’interno di un’abitazione di Corsico. Nel pomeriggio del 23 maggio i carabinieri lo hanno bloccato mentre usciva dall’appartamento, lo hanno trasferito nel carcere di Milano San Vittore e nelle scorse ore il giudice ha convalidato il fermo.

L’arrestato avrebbe collaborato con gli inquirenti al recupero dell’arma utilizzata, una doppietta di produzione belga con matricola abrasa alla quale era stata tagliata la canna e parte del calcio per renderla più maneggevole. Lo aveva nascosta a pochi metri dalla scena del crimine sotto terra all’interno di un canale che in quel momento era in secca. Oltre al debito non pagato i due marocchini avevano avuto attriti per la gestione dell’attività di spaccio nelle aree boschive alla periferia di Milano ovest.