Arese, colletta per un sogno: "Aiutiamo Uwaio a studiare"

L'appello dei Barabba’s Clown per un ragazzo del Ruanda

Massimo Giuggioli con Uwaio

Massimo Giuggioli con Uwaio

Arese (Milano), 19 novembre 2018 - «Aiutiamo Uwaio a studiare». Posate le valigie al rientro dalla missione in Ruanda, lancia un appello Massimo Giuggioli, anima storica dei Barabba’s Clowns di Arese (associazione nata nel cuore del Centro Salesiano di Arese, dove un tempo venivano accolti dai preti salesiani i “barabitt”, ragazzi difficili destinati al carcere minorile). «Uwaio è un ragazzo che nel 1999 fu abbandonato fuori dal cancello dell’Hameau Des Jeunes, aveva pochi mesi ed era la notte di Natale. Padre Hermann lo accolse e fu il bambino Gesù del presepe vivente che tradizionalmente veniva rappresentato nella Santa Messa della Notte di Natale».

Oggi il giovane ha quasi 19 anni, ha concluso gli studi superiori e ha vinto la borsa di studio statale per una delle più importanti Università di Kigali. «Vogliamo accompagnarlo in questo nuovo percorso, mi ha chiesto se potevo procuragli qualche vestito e un computer: “Mi vergogno ad andare così in quel posto dove ci sono tanti ragazzi ricchi, mi ha detto”, racconta Giuggioli.

Per aderire alla raccolta fondi è possibile collegarsi alla pagina Facebook di Sostegno a Distanza - Sadnet, altro progetto di Barabba’s Clowns onlus, che vuole promuovere, appunto, la solidarietà nei confronti di bambini o ragazzi in difficoltà, con l’obiettivo di favorire il loro sviluppo umano nei paesi in cui vivono. L’associazione si occupa di promozione sociale, di accoglienza e di cultura, sia in Italia sia all’estero. Dal 1995 sostiene la missione umanitaria nel Villaggio di San Kizito a Musha, in Ruanda, opera fondata da Padre Hermann Schulz, sacerdote salesiano.

«Abbiamo iniziato a sorridere con i poveri sin dai primi passi nel lontano 1979, quando il sorriso dei ragazzi di Arese diventati clown inizia a diffondersi per il mondo. L’incontro con Padre Hermann ci porta nel 1996 all’Hameau Des Jeunes San Kizito di Musha. Con il primo viaggio in Ruanda è nata l’idea di sostenere i ragazzi di padre Hermann. Quando l’abbiamo raccontato nei nostri spettacoli, l’idea si è allargata a macchia d’olio. Tantissimi amici si sono uniti alla nostra volontà e oggi, dopo vent’anni, più di mille ragazzi hanno avuto una speranza in un futuro migliore. Tutto questo è stato possibile grazie all’immenso sostegno che tutti ci hanno dato», spiegano i Barrabba’s. Più di mille ragazzi meno uno: per aiutare Uwaio bastano pochi euro.