Promoter uccisa, perizia psichiatrica per Vito Clericò

L'esperto Alessandro Meluzzi ha incontrato il presunto killer di Marilena Rosa Re nel carcere di Busto Arsizio

Vito Clericò

Vito Clericò

Garbagnate Milanese (Milano), 13 gennaio 2018 - Perizia psichiatrica per Vito Clericò, il pensionato 65enne di Garbagnate Milanese, accusato dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Marilena Rosa Re, la promoter di 58 anni di Castellanza (Varese), avvenuto lo scorso 30 luglio. Ieri pomeriggio lo psichiatra Alessandro Meluzzi ha incontrato per la prima volta Clericò nel carcere di Busto Arsizio dove è detenuto dallo scorso 11 settembre. A chiedere la perizia psichiatrica sono stati gli avvocati difensori, Daniela D’Emilio e Franco Rovetto, che vogliono capire se il giorno in cui il loro assistito ha ucciso Marilena era grado di intendere e di volere. L’uomo, infatti, da quando è in carcere ha già raccontato otto versioni su quello che sarebbe successo il 30 luglio quando ha ucciso, decapitato e seppellito nel proprio orto di via Volta, la promoter, ex vicina di casa. "Quello di ieri pomeriggio è stato il primo colloquio tra Clericò e lo psichiatra, sarà quest’ultimo a dirci quante visite saranno necessarie per completare la perizia – dichiara l’avvocato D’Emilio – poi noi in base alla relazione del consulente valuteremo la richiesta di un eventuale incidente probatorio".

Da reo confesso ad estraneo ai fatti, nelle versioni raccontate in questi mesi ai suoi legali e al sostituto procurato del Tribunale di Busto Arsizio, Rosaria Stagnaro, l’uomo ha sempre dichiarato che la moglie Alba De Rosa sarebbe completamente estranea ai fatti e che l’omidicio è avvenuto a Garbagnate. Anche nell'ultima versione, poco prima di Natale, Clericò ha ribadito di aver fatto tutto da solo, di aver portato Marilena nell’orto e di averla colpita con un tubo di ferro e precisato che il movente non sarebbero i soldi, circa 80.000 euro, che doveva restituire alla promoter, ma motivi più personali. Il sostituto procuratore invece continua a ribadire ai difensori di Clericò che l’omicidio è avvenuto all’interno dell’abitazione della donna. Per gli inquirenti, infatti, l’uomo starebbe cercando di coprire la moglie che in quel momento si sarebbe trovata proprio a Castellanza.

Gli avvocati intanto hanno ricevuto una copia della relazione dei Ris di Parma relativa ai rilievi fatti nella villa della coppia, in via Livorno: "Il sangue che è stato rinvenuto nel garage di casa è di Clericò, non della vittima – continua il legale – nel documento non c’è nient’altro di rilevante, la villa resta comunque ancora sotto sequestro in attesa che vengano consegnate le altre relazioni degli esperti del Labanof di Milano. Non è stata ancora depositata invece la relazione dei Ris sui rilievi fatti in casa di Marilena Rosa Re a Castellanza". Clericò aveva dichiarato che il sangue era del cane che si grattava per le pustole. In queste settimane festive l’omicida ha ricevuto la visita del figlio, mentre la moglie Alba De Rosa che lo ha incontrato qualche giorno dopo l’aggressione subita in cella, ospite da alcuni parenti al Sud attende di porter tornare a casa a Garbagnate Milanese.