Garbagnate, promoter uccisa e decapitata: adesso Clericò spera

Ottimismo per la scarcerazione dopo la perizia

Vito Clericò è accusato di aver ucciso e decapitato l’amica Marilena Re

Vito Clericò è accusato di aver ucciso e decapitato l’amica Marilena Re

Garbagnate (Milano), 21 marzo 2018 - È  rimasta in carcere per circa due ore con Vito Clericò, la dottoressa Teresa Ferla, in forze all’Unità Operativa psichiatrica dell’ospedale di Garbagnate Milanese. In qualità di perito, è incaticata di valutare le condizioni psichiche del 65enne reo confesso dell’omicidio di Marilena Rosa Re, la promoter 58enne di Castellanza, su decisione del Gip del Tribunale di Busto Arsizio. Il suo parere peserà sulla decisione del Gip in merito alla richiesta di trasferire Clericò in una a struttura diversa dal carcere, a causa delle «sue precarie condizioni mentali e fisiche», come sottolinea il perito di parte Alessandro Meluzzi, presenta al colloquio. «Quando sono usciti ho visto Meluzzi soddisfatto, perché anche la consulente nominata da gip avrebbe riscontrato varie problematiche nel nostro assistito - ha dichiarato l’avvocato Daniela D’Emilio, difensore di Clericò insieme al collega Franco Rovetto -. Ora la dottoressa acquisirà le sue cartelle cliniche in carcere, inoltre Clericò era già stato in cura in ospedale a Garbagnate».

Per redigere le condizioni mentali del 65enne che, dopo aver cambiato oltre sette volte versione dei fatti, ha infine ammesso di aver ucciso e sepolto il corpo decapitato dell’amica nel suo orto a fine luglio, Ferla ha a disposizione trenta giorni. «Il Gip ha subordinato all’esito della perizia la decisione in merito alla nostra richiesta di spostare Clericò dal carcere a una struttura medica - prosegueo D’Emilio -. Noi lo abbiamo trovato confuso, ricorda vicende del passato ma non del presente, è molto dimagrito, sarà sui 40 chili adesso». Meluzzi, dal canto suo, attenderebbe le valutazioni della collega prima di rendere nota nel complesso la sua valutazione di Clericò. «Ha parlato di una patologia che potrebbe spingersi sino a un’incapacità di intendere e volere, forse totale - ha spiegato l’avvocato D’Emilio - ma Meluzzi aspetterà di leggere le conclusioni del perito prima di spiegare nel dettaglio le sue valutazioni».