Cesate, sindaco insultato: cittadini dai carabinieri

Roberto Vumbaca e la Giunta sono stati attaccati sulle pagine di Facebook finché alcuni responsabili sono stati chiamati in caserma

Roberto Vumbaca, sindaco di Cesate

Roberto Vumbaca, sindaco di Cesate

Cesate (Milano), 17 gennaio 2020 - Il sindaco di Cesate insultato sui social si è rivolto ai carabinieri. Due i cittadini invitati in caserma e il caso è diventato politico. La minoranza unita, parla infatti di "atto intimidatorio gravissimo" volto a "silenziare l’opinione pubblica". Ma partiamo dall’inizio. Il primo cittadino, Roberto Vumbaca (centrodestra) davanti alle ultime offese pubblicate su Facebook, in accordo con la sua maggioranza, ha deciso di rivolgendosi alle forze dell’ordine: "Ho ritenuto che si fosse superata la soglia della normale critica politica per dare sfogo a insulti personali e diffamatori". "Incompetenti dittatori", "Giunta stantia, bigotta e fascista", "topi di fogna", "str...." e "Roberto Vumbaca indegno" gli estratti dai post di Facebook segnalati alla tenenza dei carabinieri di Cesate. A scatenare i commenti offensivi la pubblicazione di una foto sul taglio degli alberi in corso in città, seguita da post al vetriolo, diventati insulti indirizzati al primo cittadino e alla sua Amministrazione.

Una scelta dura quella del sindaco, ampiamente criticata dalla liste di opposizione Cesate Libera e Solidale, Innoviamo Cesate e la sezione Pd cittadina che "contro ogni tipo di intimidazione" hanno diffuso un comunicato congiunto. "Siamo d’accordo che si tratti di affermazioni un po’ forti - si legge nel comunicato -, ma a nostro avviso rimangono delle opinioni personali per di più indirizzate alle funzioni e non alle persone e comunque resta il fatto che la nostra Costituzione non prevede il reato di opinione, previsto invece (ma è solo una precisazione storica) dal codice fascista". Convinti che "a una critica politica, che piaccia o meno, si risponda con argomenti politici e non con minacce", chiedono al sindaco di andare a "discutere pacatamente sulla pubblica piazza e non all’interno di una caserma dei carabinieri".

Assente da sempre dai social Vumbaca questa volta davanti agli affondi degli avversari politici ha sentito "la necessità di intervenire per fare chiarezza su una vicenda che sta assumendo risvolti gravi". "Pur essendoci stata la possibilità di sporgere querela, essendovi gli estremi, ho preferito soprassedere, convinto che gli autori degli insulti non fossero pienamente consapevoli dei risvolti giuridici delle loro affermazioni - spiega il sindaco -. La libertà costituzionale di esprimere una critica politica, per quanto dura, non può tradursi, come sancito dal codice penale, nel diritto di insultare e diffamare pesantemente l’avversario politico". Alle segnalazioni del sindaco è seguito un esposto depositato dalla minoranza contro "la limitazione alla libertà di espressione e al diritto di critica".