Novate Milanese (Milano), 28 maggio 2020 - A 103 anni sconfigge il Covid-19. Succede, per fortuna, anche questo ai tempi del coronavirus. Una storia che regala un sorriso a dipendenti, medici e infermieri della residenza sanitaria. Ma le sorprese non sono ancora finite. Nella struttura, c’è pure la nipote di 90 anni: anche lei è riuscita a sconfiggere il virus. Stiamo parlando di Marì Domenica Bertanza, la novatese che da 4 anni si trova nella residenza “Villa nel Parco” di Cesate.
La sua storia viene raccontata dalla figlia Osvalda, che da 52 anni vive in Germania e che ogni due mesi torna in Italia per salutare sua madre. "La mamma è lucida e ragiona perfettamente, una grande fortuna vista l’età. A Novate è conosciuta da tutti, ha sempre vissuto in centro e cuciva le trapunte. Trascorreva inoltre le giornate al Circolo Airaghi, impossibile non conoscerla", spiega Osvalda. La donna ha vissuto a Novate fino a 99 anni, quando a seguito di una caduta si è rotta il femore. Dopo l’ospedale, ha chiesto di essere portata nella residenza di Cesate dove era già ospite sua nipote Valentina Campi, altra persona molto conosciuta a Novate.
Sono in camera insieme e nella struttura hanno festeggiato i 100 anni di Marì Domenica. La storia della 103enne è stata segnata dalla morte del marito in giovane età, poi del figlio Giuliano, per tutti Giulio. Attualmente si occupano di lei la terza figlia, Marinella Alberti Mazza di Bollate, e il cugino novatese Arrigo Favenzi. "Vorrei tanto venire a trovarla, ma i voli e le frontiere chiuse me lo impediscono. Lei dice di non preoccuparmi e assolutamente di non spostarmi perché è pericoloso. Io sorrido, lei guarda la televisione e ha capito il momento che stiamo vivendo. Si ritiene fortunata, insieme alla nipote, di poter parlare in prima persona di questa terribile esperienza. Paura, ma anche tanta felicità per avere combattuto e superato il Covid-19", continua Osvalda.
Marì Domenica è però un po’ arrabbiata perché al ritorno in camera dopo l’isolamento non si è più trovato il suo apparecchio acustico. Ora la speranza è che venga ritrovato: "Da qualche giorno - conclude la figlia - un’infermiera deva farci da tramite perché mia mamma al telefono fatica a sentire".