Bollate, ascensore guasto: open day con polemiche all'Erasmo

La protesta di studenti e professoressa disabile

Studente e prof disabili, accanto a loro gli studenti solidali

Studente e prof disabili, accanto a loro gli studenti solidali

Bollate (Milano), 24 novembre 2019 - Ascensore guasto da una settimana all’Itc Erasmo da Rotterdam di Bollate. Sit-in degli studenti contro l’odissea quotidiana di un alunno e della prof affetti da disabilità motorie gravi. Succede in via Varalli a Bollate, dove l’unico ascensore disponibile nell’istituto si è rotto: Marco Bricchi, studente di Grafica al quinto anno e la prof di Scienze Umane, Nadia De Carli, entrambi in carrozzella, per non saltare le lezioni sono stati costretti per giorni ad affrontare sali-scendi forzati sulle spalle degli amici e altre mille peripezie. Il caso è durato fino la scorsa mattina quando spontanea è nata la protesta, pacifica, dalla 5D e via via nelle altre classi. Davanti all’ascensore ancora guasto i compagni di Marco hanno deciso, infatti, di non far lezione, di non salire in classe, così come non potevano fare il loro compagno e la professoressa.

«Ci siamo opposti a uno stato di cose che non funziona», dicono gli interessati. Da una settimana Marco non aveva la possibilità di accedere autonomamente ai laboratori del secondo piano dove ci sono i computer per grafica, aule che non possono essere spostate. «Ci stiamo preparando per l’esame di maturità, ogni lezione, esercitazione persa per noi è una grave perdita» spiega Marco. Venerdì l’epilogo: l’intera classe unita decide di stazionare in cerchio davanti alla porta della presidenza, gli studenti sono determinati a chiedere una soluzione. Ottengono l’effetto contrario. La preside per riportare il controllo minaccia la sospensione, parla «di interruzione di pubblico servizio e chiama i carabinieri. «Non pensavo che una simile risposta sarebbe mai potuta arrivare - commenta Marco -. La mia, la nostra, non è stata una ribellione, quello che chiedo è legittimo, è un diritto. Lo stato delle cose è sotto gli occhi di tutti, inutile negarlo. Avremmo solo voluto aprire un dialogo». Lamentano carenze a più livelli, chiedono una scuola inclusiva, ma la strada per l’abbattimento delle barriere architettoniche qui non sembra sia mai cominciata. «Chiedo di poter fare da sola, di potermi muovere in maniere autonoma e nel 2020 questo dovrebbe essermi consentito dentro e fuori dalla scuola», incalza la prof.

All’indomani della protesta all’Erasmo è giornata di open day. Il tecnico è arrivato e l’ascensore funziona. La scuola è affollatissima. «Adoro questo istituto - dice la prof -. Per questo mi sento ancora più arrabbiata. Qui abbiamo delle eccellenze e invece di cercare di far andare bene quello che c’è di buono, sembra si stia facendo di tutto per lasciarlo andare in rovina. E’ una scuola con un potenziale che non viene sfruttato». Nel grande villaggio scolastico di via Varalli (un unico edificio due istituti: da un lato l’Erasmo e dall’altro il Primo Levi, uno difronte all’altro, accolgono circa 2500 studenti) due ascensori sono fuori uso da vent’anni per mancanza di adeguamento alle normative di sicurezza, gli altri due vanno a singhiozzo. Dialogo interrotto con la preside, per smuovere Città Metropolitana ad attuare gli interventi necessari, gli studenti hanno preparato una lettera e messo nero su bianco le cose che non vanno. . Da Città Metropolitana il consigliere Roberto Maviglia si dichiara pronto a incontrare ragazzi e docenti «per comprendere e affrontare insieme una situazione».