Bollate, l’astrofisico e il liceale: arrivederci su Marte

Paolo Ferri, dirigente italiano dell’Agenzia Spaziale Europea, intervistato da Alessandro che sogna di seguire le sue orme

Alessandro Rapallo, fresco di Maturità allo scientifico di Arese, incontra il suo mito

Alessandro Rapallo, fresco di Maturità allo scientifico di Arese, incontra il suo mito

Bollate (Milano), 29 giugno 2020 - Generazioni a confronto. Paolo Ferri, dirigente italiano all’Esa (European Space Agency) bollatese, astrofisico noto per aver diretto il team di Rosetta nel 2014 (la prima sonda interplanetaria della storia a atterrare su una cometa) a un passo dalla pensione, sta guidando la sua ultima missione che punta verso il sole e pubblica un libro “Il cacciatore di comete” per Laterza Editore. Qui lo ha intervistato nella sua città, Bollate, Alessandro Rapallo, 18 anni, studente della 5B al Liceo scientifico Falcone Borsellino di Arese. Affrontata la Maturità, lo studente dice addio al liceo con un sogno nel cassetto: inseguire le orme dell’astrofisico.

Professore, una vita dedicata alla ricerca spaziale, come ha visto evolversi questo settore? "Sono arrivato all’Esa, quando il centro di operazioni spaziali era nato da 17 anni, e ho incontrato i pionieri, quelli che avevano segnato l’inizio dell’astronautica, con le missioni Apollo e i primi satelliti europei. Io faccio parte della seconda generazione, che ha portato le operazioni dalla fase pionieristica alla fase attuale, orientata anche verso gli interessi commerciali. L’industria spaziale europea ora è all’avanguardia insieme a Stati Uniti e Russia".

L’Italia riesce a competere fra le grandi agenzie spaziali? "E’ tra gli Stati fondatori dell’Esa, che è nata per far crescere l’industria aerospaziale europea. L’Italia ha un ruolo importante, una delle prime basi europee era italiana. Oggi grazie all’Esa e all’Asi (Agenzia spaziale italiana), l’industria italiana è ben piazzata, in tanti settori è all’avanguardia".

Si parla di turismo spaziale, il benvenuto? "Come il turismo terrestre: positivo perché porta interesse, sviluppo e risorse, negativo se gestito male, ad esempio dal punto di vista ambientale". Il suo libro parla di Rosetta… "Una storia durata vent’anni. Racconto episodi e aneddoti che cercano di spiegare la complessità di inventarsi e di preparare la missione, e poi il volo, lungo e con molte difficoltà, passando per l’orbita di Marte per arrivare fino alla cintura degli asteroidi. E infine il precisissimo atterraggio sulla cometa".

Nella vita a chi si è ispirato? "A tanti, e a nessuno. Da Margherita Hack a Livio Gratton, di Marcello Corradini, leggevo i suoi libri al liceo e all’università e poi siamo diventati colleghi all’Esa. Un fatto mi ha ispirato su tutti: avevo dieci anni quando c’è stato l’allunaggio. Tutta la mia generazione voleva diventare astronauta, questo pensiero mi ha “perseguitato” tutta la vita". 

Come si arriva fino all’Esa? "Io ho sempre dato ascolto alle mie passioni. Mentre ero a militare ho risposto a un annuncio, cercavano astrofisici. Era il 1984 o giù di li"

A fine anno andrà in pensione. Qualcosa d’incompiuto ? "Tutti i progetti cui ho lavorato sono arrivati almeno al lancio. L’ultimo, Solar Orbiter, è partito a febbraio. Io sarò in pensione ma nel prossimo decennio dell’Esa ci sono molte missioni affascinanti: partiamo verso Giove, per la prima volta, ci arriveremo a fine 2030. C’è un programma straordinario: Mars Sample Return, prevede di prelevare campioni dalla superficie di Marte e riportarli sulla Terra. Sarà in cooperazione con la NASA, una missione complessa, che comporterà ben 3 diversi lanci e vari veicoli. Rappresenta la nuova frontiera delle missioni spaziali".

A quando lo sbarco dell’uomo su Marte? "Quando Elon Musk racconta che manderà esseri umani su Marte, la prendo come una battuta. Un esempio: Mars Sample Return partendo adesso, riporterebbe 800 grammi di materiale marziano sulla Terra nel 2031, se tutto andasse bene. Quando ero bambino mi avevano promesso che gli esseri umani sarebbero arrivati su Marte nel 1985!".