Bollate, Philippe Daverio alla commemorazione della fabbrica esplosa

Fino al 21 giugno in biblioteca la mostra “La Fabbrica Dimenticata. Immagini e parole: Luca Comerio e Ernest Hemingway”.

Philippe Daverio a Villa Arconati

Philippe Daverio a Villa Arconati

Bollate (Milano), 11 giugno 2018 - Campanari, antichi mestieri, figuranti in costume, bolle di sapone, il plastico dell’antico borgo, i trampolieri. Fra Villa Arconati e l’antico Borgo di Castellazzo di Bollate ieri è andata in scena una giornata dedicata alla memoria con sguardo aperto sul futuro. L’occasione l’ha offerta “Quell’esplosione cent’anni fa. 1918-2018”, iniziativa organizzata dal Comune di Bollate con le Acli zona Bollate Groane, Csbno, Ente Parco delle Groane e Fondazione Augusto Rancilio per riportare alla memoria la morte di 52 giovanissime operaie, squarciate dell’esplosione della fabbrica bellica franco svizzera Sutter & Thevenot.

Una tragedia raccontata anche da Ernest Hemingway. E ricordata ieri da Philippe Daverio nella conferenza al centro della giornata. «Il G7 perché non lo hanno fatto qui? Si prenda coscienza attraverso la valorizzazione di questi luoghi del nostro passato», ha detto Daverio al suo arrivo. Lo storico d’arte ha richiamato nel suo intervento all’unità dell’Europa. «Noi abbiamo alle spalle un secolo di catastrofi e 50 anni di riscatto, la gente era povera allora. Le facce delle donne che abbiamo visto in fotografia erano molto carine, facce di un mondo femminile in fase di emancipazione, erano svelte, capaci, uno oggi le vorrebbe incontrare, ci vorrebbe parlare, sono morte a salario basso. Io credo che una vera celebrazione di un 1918-2018 di Bollate debba tramutarsi nel pensare ad una immagine d’integrazione dei popoli europei dopo i drammi subiti». All'iniziativa  ha preso parte l’assessore regionale alla Cultura Stefano Bruno Galli. Fino al 21 giugno alla biblioteca di Bollate la mostra “La Fabbrica Dimenticata. Immagini e parole: Luca Comerio e Ernest Hemingway”. Una fabbrica che non c’è più. Un celebre fotografo e un grande scrittore americano in Italia. Le fotografie di Comerio, incomparabile maestro di fotografia, scattate l’anno prima dell’esplosione sono l’unica testimonianza delle vittime della tragedia. Esposizione ideata da Giordano Bordegoni e Giordano Minora con la collaborazione di Gian Mario Pasi.