Bollate, le frazioni in corteo contro i veleni

I comitati delle frazioni in strada per difendere la salute e la qualità dell’aria

Un momento della corposa manifestazione

Un momento della corposa manifestazione di ieri pomeriggio

Bollate (Milano), 5 maggio 2019 - In testa al corteo ci sono le famiglie. Tengono alti i cartelli, uno su tutti: «Vogliamo respirare!». Ce ne sono molti altri sostenuti dai tanti cittadini delle due frazioni bollatesi che ieri pomeriggio hanno sfilato contro smog e veleni. C’è scritto «Sindaco quanto vale la nostra salute?». E ancora «Basta, traffico, smog e diossina»; «Quale futuro per noi?». È la fotografia della protesta di Cascina del Sole e Cassina Nuova, ammorbate dalle puzze delle fabbriche come la Bitumati 2000 di via Pace, dal traffico di attraversamento e da quello provocato dai cantieri in stallo della Rho Monza. Un pezzo di Bollate soprannominato «il triangolo dei veleni» in vista dell’arrivo di un nuovo insediamento produttivo specializzato in trattamento di rifiuti speciali, di un mega centro commerciale, del raddoppio della produzione richiesto in via Pace, dall’azienda specializzata in bitume che da quattro anni costringe gli abitanti a una vita a finestre chiuse.

All’ennesimo appello lanciato dal “Comitato insieme per ambiente e salute” hanno risposto in duecento. «Forse più», secondo le organizzatrici Giulia Pagani e Sara D’Andria in prima fila nella lotta e che oggi avviano una nuova raccolta firme per una battaglia legale collettiva che restituisca alla collettiva il diritto a vivere il tempo libero «all’aria aperta». Ma non sono i numeri a dare il senso della manifestazione. Protagonisti i bambini, le donne, i commercianti che hanno aderito all‘iniziativa e i cittadini che vi hanno partecipato con le mascherine anti smog calate in faccia. Un unico coro per dire che non ne possono più di respirare polveri e veleni. «Il nostro obiettivo oggi? Far arrivare forte e chiaro il messaggio al sindaco Francesco Vassallo e a tutta l’amministrazione comunale che ci siamo rotti i polmoni». Dicono no al nuovo centro commerciale, a nuovi insediamenti produttivi, alla svalutazione delle case. Chiedono che sia realizzata la Sp19, spostata la via Kennedy, delocalizzata la Bitumati 2000. «Vogliamo diventare grandi qui», scrivono nei disegni realizzati per l’occasione i bambini. Sul palco, al megafono, si alternano le voci. Dopo il comitato, gli esperti. Alessandro Segale è docente universitario alla Statale di Milano in Politiche territoriali e ambientali.

«Sia in passato sia attualmente di ambiente si è parlato sempre poco - dice - nelle istituzioni il tema viene trattato più come un atto burocratico che come una vera presa di coscienza della stato del territorio, delle risorse ambientali. A Bollate ci sono delle concentrazioni patologiche che parlano di emergenza. Questo territorio è saturo, ha dato e non ha più niente da dare in questi termini. La ricetta? La resilienza urbana: qui, in tutta Italia, in Europa, nel mondo». Fra i protestanti tante donne. Caterina Gravagna è una mamma. «Ho due figli, cosa penso? Le istituzioni dovrebbero mettere la salute dei cittadini al primo posto nell’elenco delle priorità. Sono qui oggi per dire che i cittadini non devono essere lasciati soli».