Giallo di Baranzate, il papà di Stefano Marinoni: "Siamo certi che sia stato ucciso"

Il ragazzo è stato ritrovato senza vita sotto un traliccio su una strada fra Arese e Rho

Il 22enne era scomparso da casa il 4 luglio

Il 22enne era scomparso da casa il 4 luglio

Baranzate (Milano), 22 novembre 2019 - "Non sappiamo ancora nulla dei risultati dell’autopsia, i carabinieri con i quali siamo in contatto non ci hanno detto niente, attendiamo di fare il punto della situazione sulle indagini nelle prossime ore". Soffoca il dolore e probabilmente anche la rabbia, Marco Marinoni, papà di Stefano, quando al telefono gli chiediamo di commentare le ultime novità sull’indagine relativa alla morte del figlio 22enne, scomparso da casa lo scorso 4 luglio e trovato morto sotto un traliccio nella campagna tra Arese e Rho, il 12 luglio. La relazione effettuata dal pool di medicina legale guidato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, non lascia dubbi: sul corpo di Stefano oltre alla frattura allo sterno (già evidenziata dai primi accertamenti) ci sono anche diversi colpi di arma da taglio. Anche se non è ancora depositata agli atti dell’indagine per omicidio volontario, rappresenta sicuramente una svolta. I famigliari non avevano mai creduto all’ipotesi del suicidio e in questi mesi lo hanno sempre ribadito, "non c’è mai stata altra ipotesi sulla morte di Stefano se non quella dell’omicidio, chi ha parlato di suicidio è un cialtrone, Stefano era sereno, non aveva problemi e ora vogliamo conoscere le modalità con le quali è stato ucciso".

E chi lo ha ucciso. Incalzato sui motivi della tragica morte, papà Marco risponde, "noi non ci siamo fatti nessuna idea su quello che è successo quando è uscito di casa il 4 luglio, ora aspettiamo di conoscere l’esito delle indagini". In questi mesi i genitori e le due sorelle hanno sempre avuto fiducia negli inquirenti, "saranno loro a dirci le cose", continua a ripetere il padre. Il resto è stato un dolore vissuto in un silenzio impenetrabile. Alla famiglia non è ancora stata comunicata ufficialmente neppure la notizia del nulla osta dato dal Pm Mauro Clerici della Procura di Milano alla sepoltura. Probabilmente i funerali si svolgeranno la prossima settimana e finalmente famigliari e conoscenti potranno dargli l’ultimo saluto.

Sulle indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Rho e dal Nucleo Investigativo di Milano, invece, non trapela nulla. Con chi aveva realmente appuntamento Stefano la sera del 4 luglio quando è uscito di casa dicendo alla mamma che doveva incontrare degli amici a Novate? Perché dire una bugia? Come mai aveva dimenticato a casa il portafoglio, lui che era così preciso? Perché ha nascosto il telefono spento sotto il sedile lato guidatore della Smart? Di cosa aveva paura? Conosceva il suo assassino? I militari hanno passato al setaccio la vita di Stefano senza trovare nulla di anomalo. Nei racconti di chi lo conosceva tutti parlavano di un ragazzo normale e tranquillo. Ma queste "ferite di arma da taglio" ora rimettono in discussione tante cose e confermano i dubbi iniziali dei famigliari sulla scomparsa da casa e sul tragico epilogo dopo otto giorni di ricerche e appelli suo social.