Arese, la conquista di Rosaria Iardino: ora è genitore della figlia della sua compagna

La gioia della 51enne: "Potrò andare a prenderla a scuola senza delega"

Rosaria Iardino insieme al sindaco Michela Palestra

Rosaria Iardino insieme al sindaco Michela Palestra

Arese (Milano), 9 settembre 2018 - Prendere la propria figlia all’uscita da scuola senza bisogno di deleghe è la normalità per due genitori, non è (ancora) così per le coppie arcobaleno. Per Rosaria Iardino, 51 anni, paladina di tante lotte civili, moglie di Chiara, mamma di Anita che affronta quest’anno la prima elementare, ritirare la piccola da scuola avrebbe potuto rappresentare un problema. Ha fatto "la sua scelta" il sindaco di Arese, Michela Palestra, che ha firmato il certificato di nascita della bambina riconoscendo le due mamme. "Piccoli gesti che cambieranno la storia", dice Iardino, esperta di diritti civili e politiche sociosanitarie, ricordata da molti per il bacio nel 1991 a Ferdinando Aiuti, il ricercatore che aveva compreso, prima di altri, la portata devastante dell’Aids.

Il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, a luglio, è tornato a parlare dei figli delle coppie gay lasciando intendere di volersi muovere per bloccare il loro riconoscimento da parte dei Comuni. In questo clima, il gesto della sindaca di Arese è una conquista?

"Al ministro Fontana vorrei dire di occuparsi delle famiglie in senso generale piuttosto che accanirsi su bambini che non chiedono altro che vivere serenamente all’interno delle loro famiglie. Non avere bisogno della delega per prendere mia figlia a scuola è una conquista, che però non modifica le nostre abitudini visto che in questi sei anni mi sono presa cura di Anita e continuerò a farlo indipendentemente da questo certificato che peraltro agevola non tanto noi quanto i funzionari della scuola".

Lei convive con l’Hiv da quando aveva 18 anni. Si è sempre battuta, fra le prime in Italia, per i diritti delle persone sieropositive. Che cosa c’è ancora da fare?

"Negli ultimi 5 anni c’è stato un vuoto di informazione su come prevenire la malattia e quindi ritornare a parlarne è un dovere dello Stato. Abbiamo 4mila nuovi casi all’anno e purtroppo Milano è la città dove si registra il numero più alto".

Si occupa di politica, viaggia molto e fra i mille impegni ha deciso di tornare sui libri. Quanto manca alla laurea?

"Pochi esami, tornare a studiare per me è stato un privilegio. Sto preparando un esame che mi sta insegnando su che basi si fonda l’Unione Europea, è una sfida molto stimolante".

Prima campanella, invece, per sua figlia. È emozionata?

"Sembrava ieri che l’abbiamo portata a casa, sono passati sei anni e ora inizia il suo percorso scolastico ed è incredibile vederla conquistare il suo futuro".

All’uscita, dopo il primo giorno di scuola, sarete sicuramente in coppia a prendere Anita. Poi a turno? Senza deleghe...

"Ci dovremo organizzare tra famiglia e amici, che sono una ricchezza infinita. Sto pensando di candidarmi come rappresentante dei genitori nella classe di mia figlia, è straordinario vedere crescere Anita con tanta serenità. Io e Chiara siamo orgogliose di quello che stiamo costruendo".