Arese, ospitalità al rifugiato. La Lega attacca: "Fuori dall’aula se c’è l’assessore"

Il capogruppo Vittorio Turconi: "Un fatto inaccettabile, Ioli deve dimettersi"

Vittorio Turconi, capogruppo della Lega

Vittorio Turconi, capogruppo della Lega

Arese (Milano), 19 giugno 2020 - Ospitalità al rifugiato in attesa di processo a casa dell’assessore. La polemica non si ferma. La vicenda continua a far discutere, questa mattina, in vista del prossimo consiglio comunale (previsto per il 23 giugno), la Lega via pec confermerà ai capigruppo la sua posizione: "L’assessore all’Urbanistica si deve dimettere, non è una questione personale contro Ioli, quello che è inaccettabile è che una figura pubblica ospiti a casa propria una persona rinviata a giudizio nell’ambito di un’indagine sul terrorismo internazionale, che ritenga questo fatto ‘normale’ e lo definisca ‘una scelta personale’", dichiara Vittorio Turconi, capogruppo consiliare del Carroccio ad Arese. E aggiunge: "Chi difende il gesto conosce gli atti processuali?". La vicenda è nota: Enrico Ioli, assessore (in quota Pd) nella Giunta guidata da Michela Palestra, ha accolto il 30enne somalo una prima volta nel 2018 nell’ambito di un progetto Sprar, una seconda volta a dicembre scorso dopo che al 30enne sono stati concessi i domiciliari: dovrà rispondere dell’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina finalizzata a finanziare gruppi terroristici africani tra cui Al Shabaab, l’organizzazione che ha sequestrato Silvia Romano (non ci sono riferimenti nel dispositivo che riguarda il 30enne).

"Accuse gravissime", ribadiscono i leghisti che al prossimo consiglio comunale hanno intenzione di abbandonare l’aula "se sarà presente l’assessore". A quel punto "la maggioranza dovrà prendersi la responsabilità di amministrare in assenza di un dibattito con l’opposizione", la chiosa di Turconi. Presa d’assalto la pagina Facebook di Ioli, dove il popolo del web si divide fra chi condanna la scelta e chi la sostiene. Fra questi ultimi c’è il parroco di Arese, don Diego Cattaneo: "Caro Enrico, sii coraggioso e abbi fede. Testimoniare il Vangelo può essere una cosa più che spaventosa. Molto probabilmente finirai più volte a parlare con qualcuno che non è d’accordo non solo con quello che stai cercando di dire, ma reagisce in modo aggressivo per quello che fai. In tutti i tuoi sforzi, però, è importante ricordare la ‘fonte’ della forza che ti sostiene. In questo modo non renderai la situazione più facile o meno drammatica, ma puoi darti la giusta spinta di coraggio per farcela. Da parte mia il sostegno della preghiera". Mentre fra i post non mancano ingiurie e offese. "Procederò a querelare chi mi sta diffamando", avverte Ioli. Sulla stessa onda anche l’avvocato del rifugiato, che alla trasmissione “Fuori dal Coro” ha chiesto rettifica per non aver "riportato correttamente i fatti relativi al suo assistito".