"Ioli ha fatto una scelta di carità". Ad Arese la chiesa si schiera con l’assessore

A messa, nel foglio delle comunicazioni parrocchiali, entra la vicenda del trentenne somalo ospitato dal titolare dell’Urbanistica

Enrico Ioli

Enrico Ioli

Arese (Milano), 22 giugno 2020 - La vicenda che sta coinvolgendo da giorni l’assessore all’Urbanistica Enrico Ioli, in quota Pd nella Giunta guidata da Michela Palestra, sabato e domenica è entrata a messa. Ioli è al centro di polemiche per aver accolto un 30enne somalo, C.O., una prima volta nel 2018 nell’ambito di un progetto Sprar, una seconda volta a dicembre dopo che al 30enne sono stati concessi i domiciliari: dovrà rispondere dell’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina finalizzata a finanziare gruppi terroristici africani. A prender voce questa volta è la Commissione Caritas, che attraverso il foglio delle comunicazioni parrocchiali esprimere sostegno alla famiglia Ioli. 

«Il Consiglio Pastorale, per voce della Commissione Carità e Missione, esprime la propria solidarietà e vicinanza alla famiglia Ioli: nel 2018 lo stesso Consiglio Pastorale ha promosso il Progetto Caritas “Fra Noi“ al quale hanno aderito con generosità alcune famiglie aresine tra cui la famiglia Ioli, ospitando un giovane rifugiato somalo per alcuni mesi" si legge nel comunicato. Una "scelta coerente allo spirito di accoglienza e carità a cui ogni cristiano è chiamato. La famiglia Ioli, riconfermando tale disponibilità e facendosi nuovamente carico della vicenda di un fratello in necessità, ha perseverato nella scelta di carità. Scelta criticata perché evangelica, ma cara al Cristo che ha accolto ogni uomo con il dono la propria vita. Alla famiglia Ioli, grazie per la testimonianza".

Di parere diverso la Lega cittadina che giudica inopportuna la scelta vista la gravità del reato contestato al somalo. Per questo il 23 giugno diserteranno il consiglio comunale.