Arese, incendio in una palazzina: sei le abitazioni inagibili

La conta dei danni in via don Enrico Cantù

L’incendio è scoppiato venerdì sera: si pensa a un cortocircuito

L’incendio è scoppiato venerdì sera: si pensa a un cortocircuito

Arese (Milano), 24 giugno 2018 - Ad Arese si contano i danni, dopo l’incendio nella palazzina di via don Enrico Cantù. "Sei gli appartamenti dichiarati inagibili a lungo termine - dice l’assessore alla Sicurezza, Roberta Tellini -. Nei prossimi giorni potranno rientrare nelle loro case le famiglie dei primi piani. Per ora non ci sono luce, acqua e gas nell’edificio". L’incendio scoppiato venerdì sera ha distrutto il tetto e le mansarde dello stabile di tre piani. Tutto è successo qualche minuto prima delle 20. Le fiamme si sono sviluppate in un angolo del tetto del complesso residenziale Don Bosco, situato nella frazione Valera. Colonne di fumo nero erano visibili a centinaia di metri di distanza. Non ci sono stati feriti né intossicati, evacuate 18 famiglie. Sul posto ieri mattina erano presenti oltre ai vigili del fuoco e i volontari della Misericordia, anche gli agenti di polizia locale. È stato predisposto un centro operativo con l’unità mobile per seguire tutte le operazioni di soccorso.

"Abbiamo predisposto una tensostruttura per ospitare le persone durante il giorno. È stato qui anche il parroco, don Diego Cattaneo. Farà un appello ai concittadini per prepararci ad aiutare le famiglie in difficoltà. La catena di solidarietà che è subito scattata è fantastica. Quello che chiediamo ora a tutti è di darci il tempo per capire cosa realmente serve". Alcune famiglie hanno trovato alloggio da parenti e amici, 17 persone sono state accolte all’hotel Giada, hanno offerto cibo, acqua, ristoro anche il Piccolo Principe, il bar Gigo, l’Iper. Sui social le offerte di aiuto sono continue. "Abbiamo avviato un supporto psicologico. Faremo un incontro per capire come affrontare questa emergenza abitativa", conclude Tellini. Intanto sono sempre in corso le indagini per accertare le cause del rogo, fra le ipotesi c’è il cortocircuito.