Ex Alfa di Arese, a processo per un pasto in mensa

Al via la causa contro tre delegati sindacali Cobas

Un recente incontro con Slai Cobas

Un recente incontro con Slai Cobas

Arese (Milano), 7 novembre 2017 – Piatto di risotto decisamente indigesto per tre delegati sindacali dello Slai Cobas dell’Alfa Romeo di Arese che martedì mattina dovranno presentarsi davanti al Gip del Tribunale di Milano, Stefania Donadeo. I tre delegati sindacali, secondo l’accusa, «in concorso tra loro», il 20 novembre 2014 «invadevano edifici privati al fine di occuparli e trarne altrimenti profitto». Quel giorno, Corrado Delle Donne, Renato Parimbelli e Carmelo D’Arpa andarono a mangiare nella mensa Fiat del Centro Tecnico.

«Abbiamo sempre mangiato in mensa dagli anni ‘70, anche perchè lo Slai Cobas aveva la sede all’interno dell’Alfa Romeo, accanto al consiglio di fabbrica», spiegano i sindacalisti. Ma il 20 novembre 2014 le cose sono andate diversamente: dopo aver preso il loro piatto di risotto sono stati avvicinati dal capo delle guardie e invitati ad andarsene perchè non erano autorizzati a mangiare, «voi qui non dovete neppure entrare, appoggiate il vassoio e andate via». I delegati si rifiutarono di uscire, si resero disponibili a pagare il pasto, ma fu inutile, il dirigente Fiat denunciò loro e quattro lavoratori, tutti ex Alfa. «Era stata una sceneggiata voluta dalla Fiat che proprio in quelle settimane dopo aver buttato giù con le ruspe tutti i capannoni dell’Alfa Romeo, stavano cercando di buttar giù anche l’ultimo edificio rimasto, lo storico Consiglio di Fabbrica allo scopo di espellere lo Slai Cobas da tutta l’area - spiega Delle Donne - in quelle settimane subimmo attentati e intimidazioni di ogni tipo, furono anche portati via alcuni container tutte le cose dello Slai Cobas senza neanche avvisarci, e una settimana dopo tutto il fabbricato verrà distrutto con le ruspe. Le nostre denunce penali contro Fiat sono sempre state archiviate, noi invece processati».

IL 27 aprile 2016 il pm Stefano Civardi chiese l’archiviazione per i sette indagati. La Fiat si oppose all’archiviazione. Lo scorso 17 febbraio il Gip Sofia Luigia Fioretta ha disposto l’archiviazione per 4 lavoratori e il processo per i tre delegati con la motivazione che i loro comportamenti, «sono stati maggiormente invasivi ed incidenti sulla routine lavorativa quotidiana».