Bollate, 24 dicembre 2013 - Un Natale di speranza per via Turati 40. Sul tavolo del sindaco Stefania Lorusso ieri mattina è arrivato da Regione Lombardia il progetto ridimensionato per la riqualificazione dei caseggiati Aler, opera di Guido Canella, il cui valore è stato riconosciuto dalla Soprintendenza ai beni culturali che ne ha impedito la demolizione. Si tratta di un passo avanti verso una soluzione attesa da 18 anni. Sono 250 le famiglie costrette a vivere tra muffe, cornicioni che cadono, amianto da bonificare, l’incuria dilagante e l’acqua che piove dai soffitti. Giovedì il primo tavolo tecnico sul rilancio dei Contratti di Quartiere di Regione Lombardia non a caso è partito da Bollate; la chiusura dei lavori è in programma per il 31 dicembre. "L’Aler ci ha inviato la proposta di modifica dell’intervento del Contratto di quartiere di via Turati 40 a Bollate — dichiara l’assessore alla Casa e all’Housing sociale lombardo Paola Bulbarelli —. Confermiamo la volontà di far partire al più presto i lavori per cercare di risolvere quanto prima la situazione di degrado in cui vivono ancora tante famiglie. Sono certa che con la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti riusciremo, anche questa volta, a portare a termine un intervento assolutamente necessario".

L'avvio dei lavori è atteso entro la prossima primavera. Sul piatto restano i finanziamenti regionali (oltre 9 milioni di euro); mancano invece all’appello gli oltre 3 milioni di euro in conto ad Aler: da qui la cura dimagrante al progetto di riqualificazione del complesso residenziale. «È la prima volta che la Regione si muove per toccare con mano la situazione di via Turati e l’abbiamo molto apprezzato — dichiara il sindaco —. Dopo anni di rinvii e scuse, infatti, non possiamo più attendere. So bene che ci sono altri contratti di quartiere in attesa in altri Comuni e a Milano, ma a me interessa Bollate, la mia città, i miei cittadini. Anche perché il degrado degli immobili in cui vive la gente di via Turati si trasforma in una mortificazione personale».

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