di Roberta Rampini

Rho, 17 settembre 2013 - Sul volto i segni dell’aggressione. In mano una copia della denuncia fatta ai carabinieri e il referto medico del pronto soccorso che parla di «contusione cranica da percosse». Nel garage ci mostra l’auto completamente distrutta sul lato guida e il paraurti danneggiato, senza targa, di una delle macchine che gli hanno dato la caccia. Quando ci racconta quello che è gli successo lo fa con un nodo alla gola. Ha avuto paura per sè, ma soprattutto per il figlio di 14 anni che era in auto con lui. Aggredito, inseguito e speronato da alcuni rom che, come si legge anche nella denuncia, erano armati di pistola.

Brutta avventura venerdì sera per un quarantaduenne di Rho che ha voluto rendere pubblica la sua storia, ma ha chiesto di mantenere l’anonimato per paura di ritorsioni nei confronti suoi e della sua famiglia. Verso le 18.15, mentre stava rientrando a casa a bordo della sua Alfa Romeo 156, in compagnia del figlio, ha fatto una sosta nel parcheggio davanti alla ex Baby Cresci di corso Europa, spesso occupato abusivamente dalle roulotte di nomadi. Anche venerdì sera c’erano alcuni caravan.

«Sono sceso dell’auto per telefonare a mia moglie e chiederle se dovevo fare la spesa - racconta il rhodense -, intanto ho acceso una sigaretta. Ero appoggiato al cofano della mia auto quando improvvisamente sono stato aggredito alle spalle da una persona, mi ha dato uno schiaffo violento e mi ha fatto cadere per terra poi è arrivato un altro uomo che mi ha dato dei calci al torace. Avevo paura, non capivo cosa stava succedendo, ma ho sentito mio figlio che gridava ‘la pistola’ scendendo dalla macchina».

Uno dei rom intanto era salito a bordo della macchina, sul lato guida, ma il rhodense è riuscito ad afferrarlo e tirarlo fuori. A quel punto è fuggito in auto su corso Europa: «Loro mi hanno inseguito e speronato più volte, intanto mio figlio ha telefonato al 113, è arrivata anche una seconda macchina e uno dei nomadi a bordo aveva una pistola di colore nero - continua il rhodense -. Sono riuscito a scappare e ho raggiunto la caserma dei carabinieri per chiedere aiuto». Sul luogo dell’aggressione sono intervenute due pattuglie dei carabinieri che hanno ascoltato e identificato i rom presenti.

L’accampamento abusivo è stato sgomberato e gli accessi sono stati chiusi con alcuni new jersey in cemento. Secondo il quarantaduenne che si è fatto medicare all’ospedale rhodense, i rom probabilmente volevano rapinarlo dell’auto, non si aspettavano la sua reazione e non avevano visto il figlio quattordicenne in macchina. Forse invece è stato scambiato per uno «scomodo curioso» o forse i motivi dell’aggressione sono altri. I carabinieri della stazione di Rho stanno indagando per ricostruire la dinamica, il movente ed i responsabili di quella violenza.

roberta.rampini@ilgiorno.net