Rho, 10 ottobre 2012 - Le cosche dell' 'ndrangheta che hanno investito sulle elezioni 2010 per la Regione Lombardia e 2011 per il Comune di Milano hanno anche cercato di entrare nel cuore di un’altra amministrazione più piccola ma fondamentale per i prossimi anni, il Comune di Rho, nel cui territorio si terrà nel 2015 l’Expo, con tutti i suoi appalti a far gola alle organizzazioni criminali.

Emerge così un nome nell'inchiesta che ha portato all'arresto di 20 persone all'interno dell'indagine sulla compravendita dei voti con le Mafie, quello di Marco Tizzoni. Ma, a differenza degli altri - finiti nel registro degli indagati -, il suo viso ne esce pulito. Come nel caso di Simone Farina e il calcioscommesse, Tizzoni ha detto no alla 'Ndrangheta.

Lui, alle ultime elezioni comunali di Rho, era candidato per la lista civica “Gente di Rho”. A proporglieli sarebbe stato il medico di Sedriano Marco Silvio Scalambra - che oggi è stato arrestato - sia nella prima tornata elettorale, sia in occasione del successivo ballottaggio, quando il chirurgo sarebbe tornato alla carica via sms proponendogli 100-200 voti. Tizzoni gli ha risposto: “Io non accetto voti di lobby strane”.

Quel che il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e il pm Giuseppe D’Amico hanno tuttavia registrato, è che nemmeno da Tizzoni è mai partita una denuncia. “Abbiamo anche chi si è opposto al pagamento di voti - ha dichiarato Boccassini in un incontro con i giornalisti sull’operazione -. Ma da quello che risulta, non c’è stata denuncia”. Per il procuratore aggiunto, “è encomiabile” che “un cittadino che cerca di esercitare il proprio diritto democratico di candidarsi rifiuti l’aiuto delle organizzazioni mafiose, ma resta il fatto che non ha denunciato. Immagino che in questo caso tuttavia si sia trattato di paura, visto che ha rifiutato di vincere l’elezione truccandola”.