Bollate, 11 gennaio 2012 - E' nata al Pronto soccorso di Bollate, in una stanza attrezzata ad hoc dal presidio
ospedaliero per supplire, in caso di emergenza, alla mancanza del punto nascita appena chiuso. A inaugurare il nuovo corso senza Ostetricia e ginecologia e' un fiocco rosa: la bimba e' stata data alla luce da una giovane mamma albanese accompagnata in ospedale dal marito.
"Domenica 8 gennaio - spiegano dall'azienda ospedaliera Guido Salvini di Garbagnate in una nota - la 28enne residente a Bollate, gia' visitata lo scorso 23 dicembre dalla dottoressa Giuseppina Spagnolo (la quale le aveva anche spiegato della chiusura del Reparto di ostetricia nel presidio), e' stata accompagnata dal marito nel
Pronto soccorso di Bollate dove ha dato alla luce, senza problemi, una bimba. La bimba e la madre sono state poi trasferite al presidio di Garbagnate".
Oggi verranno dimesse. "Questo episodio - commenta la direzione generale - permette di fare due riflessioni. La prima e' che ha funzionato bene il sistema tampone che abbiamo attivato per questo primo periodo a seguito della chiusura del Reparto di ostetricia e ginecologia di Bollate. Una stanza del Pronto soccorso e' stata
attrezzata con tutti gli strumenti del caso, compreso una culla termica, per possibili nascite. Temporaneamente un'ambulanza appositamente dedicata e' a disposizione 24 ore su 24".
Nonostante "la risonanza mediatica della chiusura del reparto - continua la direzione nella nota - un evento del genere puo' risultare fisiologico, visto anche il periodo festivo in cui e' avvenuto. La seconda riflessione e' che dobbiamo incrementare l'impegno nella diffusione della notizia della chiusura del reparto di Bollate. L'azienda ospedaliera Salvini inviera' a tutte le donne in gravidanza in cura nei nostri presidi, ai consultori, ai distretti sanitari, alle farmacie, ai medici di base e ai pediatri di libera scelta un ulteriore avviso. Non vorremmo che questo episodio venisse strumentalizzato, facendo intendere che la scelta di chiusura del reparto sia stata sbagliata. E' stata giusta e, come gia' detto, va nella direzione indicata dal ministero della Salute per garantire
maggiore sicurezza alla mamma e al neonato".
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