Rho, 24 novembre 2011 - Nono uno, ma due riconoscimenti per Vincenzo Capacchione, 49 anni che abitava a Milano, medico cardiologo dell’ospedale di Rho. Il medico è deceduto lo scorso giugno per un aneurisma dopo aver salvato la vita ad un paziente. Il Comune di Milano, il prossimo 7 dicembre, gli conferirà una medaglia d’oro alla memoria nell’ambito della cerimonia degli Ambrogini. L’Aradec, l’Associazione Amici del Cuore di Rho, gli conferirà il “Premio Cuore 2011”, il prossimo 3 dicembre.

 

“Pilastro” del servizio di emodinamica del presidio rhodense dell’azienda ospedaliera Salvini di Garbagnate, Capacchione ha fatto il suo dovere di medico fino all’ultimo. Quel giorno era reperibile. Ha ricevuto la telefonata, c’era un intervento urgente da fare e nonostante qualche linea di febbre, ha indossato il camice, è entrato in sala operatoria e ha salvato la vita ad un uomo. Poi si è sfilato i guanti in lattice, si è accasciato a terra ed è morto.

 

Un esempio per tutti. Tanto da meritare due riconoscimenti. «La notizia del conferimento della medaglia si unisce alle numerose attestazioni di gratitudine e affetto personale e professionale, arrivate in questi mesi per il nostro compianto medico e alle quali con questa nota desidero unirmi a nome di tutto il nostro ospedale - spiega Ermegildo Maltagliati, direttore generale dell’azienda ospedaliera - la medaglia rappresenta un ulteriore, importante, riconoscimento all’etica professionale. Un esempio per tutti gli operatori del settore.
Noi stiamo aspettando la fine dei lavori di ristrutturazione per poter dedicare a Capacchione la sala conferenze dell’ospedale».

 

Alla memoria del medico sarà assegnato anche il Premio Cuore dell’Aradec, il prestigioso riconoscimento che viene dato ogni anno a personaggi che si sono distinti per il loro impegno civile e professionale. È Gianni Rovelli, primario del reparto di emodinamica di Rho, segretario della associazione, “maestro” di Capacchione, a spiegare le ragioni di questa scelta: «Vogliamo ricordare la sua giovane vita spesa per la cardiologia. Vincenzo è sempre tra noi. Ricordiamo di lui l’assidua presenza nelle situazioni difficili del nostro lavoro, ricordiamo la sua disponibilità nell’aiutare i colleghi meno esperti. Auspico che la sua professionalità sia d’esempio ai giovani che intraprendono questo lavoro».