Bossi, la non elezione e la Lega: messaggio chiaro, il popolo del Nord va ascoltato

E il Senatùr, 81enne, rivela che non voleva ripresentarsi alle elezioni ma di averlo fatto "per rispetto della militanza". E gli altri padri fondatori attaccano la linea di Salvini

Il ruggito del vecchio leone e un avvertimento da saggio ai vertici del partito: è un messaggio "chiaro ed inequivocabile" quello che esce dalle urne, secondo Umberto Bossi,, e "il popolo del Nord va ascoltato". Lo fa sapere il fondatore della Lega tramite il suo staff dopo la mancata elezione in parlamento. Bossi ha anche spiegato che non si voleva candidare ma lo ha fatto "per rispetto della militanza".  "Sono contento  ha detto poiché avevo deciso di non candidarmi. Mi hanno pregato e solo per il rispetto verso la militanza ho accettato". 

Una poca voglia a candidarsi in parte confermata dalla assenza di Bossi a Pondita. La prima volta in oltre 30 anni, per festeggiare il proprio compleanno in famiglia, con moglie e figli 

Giuseppe Leoni uno dei fondatori della  Lega lombarda insieme a Umberto Bossi il 12 aprile 1984. Prima deputato del Carroccio poi senatore fino al 2013, considera una "vergogna nazionale" che il Senatur non sia stato eletto. "Ma la brutta figura non la fa Umberto - dice all'ANSA - ma il partito. Io l'ho votato ma sono mancati i voti e il partito non ha pensato di salvarlo. Altri sono stati candidati in più collegi e eletti in tutti, lui no". Per ora non lo ha sentito. "Andrò a trovarlo sabato, ci vuole rispetto - spiega - e spero che il partito trovi il modo di farlo entrare in Parlamento". Di certo la soluzione non è quella di farlo senatore a vita prospettata da Matteo Salvini "perché di senatori a vita ce ne possono essere massimo cinque e adesso cinque sono".

"Ora è il momento di cacciare i mercanti dal tempio ma per questo bisogna avere i numeri. A Pontida la gente quest'anno è andata ad osannare uno che non esiste. Salvini dice che recupererà i voti - aggiunge - ma pensa di andare al supermercato o in farmacia a trovarli? Al Papeete li può trovare, di certo non al Nord". "Il programma era sulla falsariga di quello della Meloni e allora la gente preferisce lei a Salvini. E comunque lei è nazionalista, la Lega federalista, che sono come olio e aceto", si possono mischiare ma poi si dividono. Secondo l'ex senatore, ora per il Carroccio si potrebbe pensare a un triumvirato "con una persona della vecchia Lega, una della Lega di governo e Salvini". Ma di certo resta la «"vergogna" di Bossi fuori dal Parlamento. (ANSA).