Lombardia, il ticket sanitario è un po’ meno super: nuove tariffe

Dal primo luglio, una ricetta su cinque peserà meno sulle tasche dei cittadini col taglio del superticket regionale

Un esame diagnostico

Un esame diagnostico

Milano, 24 maggio 2018 - Dal primo luglio, una ricetta su cinque peserà meno sulle tasche dei lombardi col taglio del superticket regionale: saranno le più care (come Tac e risonanze) che oggi costano, ai non esenti, oltre 51 euro e costituiscono il 20% delle prestazioni, ha chiarito il dirigente del Welfare Luca Merlino alla Commissione Sanità del Pirellone. Che ieri ha iniziato la legislatura approvando all’unanimità la determina licenziata il 4 aprile dalla prima giunta Fontana: la rimodulazione del balzello regionale che si paga su visite ed esami, in aggiunta al ticket nazionale (che arriva fino a 36 euro ed esiste dall’82, intoccabile per giurisprudenza della Corte Costituzionale).

Il «dimezzamento» promesso l’anno scorso da Maroni riguarda il massimale del superticket, da 30 a 15 euro. Per esempio una colonscopia, che oggi costa al cittadino 58,80 euro (36 di ticket statale più 22,80 di ticket regionale) scenderà a 51 euro, mentre per un’ecografia ginecologica (31,65 euro di ticket più 9 di super) le lombarde continueranno a pagare 40,65 euro. La compartecipazione massima, oggi di 66 euro (36 più 30) ad esempio per una risonanza magnetica della colonna (che ne costa, al servizio sanitario, 147,56), non supererà i 51 euro. «Il superticket sarà veramente dimezzato solo per l’11,7% delle ricette», calcola il Pd, che ha fatto inserire nel parere favorevole della commissione una raccomandazione a legare future rimodulazioni «al reddito, come scritto nella riforma della sanità lombarda», ricorda Carlo Borghetti. Nel 2011, quando il superticket fu introdotto dal governo Berlusconi, la Lombardia (governatore Formigoni) ha scelto infatti di modularlo in base al valore della prestazione. Il sì delle opposizioni - «con riserva» anche dai 5 Stelle - arriva comunque «perché la riduzione va a vantaggio di tante persone che rinunciano a curarsi per ragioni economiche», spiega il capogruppo dem Fabio Pizzul. Sono circa 150 mila, secondo una stima, nella nostra regione.

In Lombardia il superticket vale 120 milioni di euro: la manovra costerà 21 milioni, 14 dei quali potrebbero arrivare dal fondo costituito dal governo con l’ultima Finanziaria. «L’avevamo annunciata in campagna elettorale, una promessa mantenuta in tempi brevissimi», festeggia Emanuele Monti, presidente leghista della Commissione Sanità. Martedì, annuncia l’assessore al Welfare Giulio Gallera, la giunta licenzierà il provvedimento, che però non può scattare prima di luglio (ci sono tempi burocratici e tecnici, per adattare i sistemi informatici). In base ai suoi calcoli «ne beneficeranno un milione e mezzo di lombardi. Il 62% degli assistiti - aggiunge l’assessore - che beneficia del 70% delle prestazioni e del 75% del loro valore, già non paga alcun ticket, né regionale né nazionale. La protezione per le fasce più fragili è già ampiamente garantita» dai 70 milioni che la Regione spende per esenzioni aggiuntive ad under 14, disoccupati e cassintegrati, over 65 con reddito fino a 38.500 euro (anziché 36.151), e alle famiglie con reddito fino a 18 mila euro. Quest’ultima esenzione, introdotta nel 2015, è stata chiesta per circa 170 mila ricette in tre anni.