"Terrorismo cicatrice nel nostro Dna": la giornata in ricordo delle vittime

In Senato la commemorazione, Mattarella depone una corona sotto la lapide dedicata ad Aldo Moro, ucciso dalle Br. E il 9 maggio '78 la mafia eliminò Peppino Impastato

Aldo Moro prigioniero delle Br (Ansa)

Aldo Moro prigioniero delle Br (Ansa)

Roma, 9 maggio 2021 - "Le cicatrici di queste ferite sono parte del nostro Dna collettivo". Lo ha detto la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, celebrando a Palazzo Madama  la Giornata delle vittime del terrorismo nazionale e internazionale. "E' un dolore che non si prescrive e che ci chiede oggi di proseguire con costante determinazione la strada per la verità e la trasparenza. Perché tante sono le pagine ancora da ricostruire e i silenzi fanno spesso più rumore delle bombe".

A Palazzo Madama  inetrviene anche il presidente della Camera, Roberto Fico ("Non può esserci piena riconciliazione senza piena giustizia. Le Istituzioni devono continuare a cercare con determinazione e senza esitazioni la verità sulle tante pagine ancora oscure") alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alla cerimonia, aperta con l'inno nazionale, partecipano anche il ministero dell'Interno Luciana Lamorgese e il ministro della giustizia Marta Cartabia. Nel corso della cerimonia, nell'emiciclo si alternano le testimonianze di alcuni familiari di vittime del terrorismo.

L'omaggio ad Aldo Moro

Ma la giornata si è aperta in mattinata quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona in via Caetani, sotto la lapide che ricorda il luogo del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, avvenuto il 9 maggio 1978. L'ex presidente del Consiglio e leader Dc, fautore del dialogo tra Dc e Partito comunista, fu sequestrato, tenuto prigioniero e infine giustiziato dalle Br. Quel 9 maggio del 1978 però fu ucciso in Sicilia anche il giornalista Peppino Impastato, vittima della mafia.  ''9 maggio 1978: Cinisi, Roma. Vengono uccisi Peppino Impastato e Aldo Moro. Da una parte la mafia, dall'altra le Br. Due uomini liberi morti per aver difeso i propri ideali. Un giorno triste per l'Italia, una ricorrenza da onorare, sempre'', ha scritto  in un tweet Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia viva alla Camera.

9 maggio 1978

Su questa data infausta per l'Italia si è soffermato anche l'ex premier Giuseppe Conte parlando, via Facebook, di "ferita aperta nella nostra storia. Quel giorno l'Italia è stata privata di due grandi personalità che ancora oggi - a distanza di oltre quarant'anni - continuano a parlarci dei loro progetti di vita, delle loro idee, del loro impegno politico, della loro passione civile". "A Roma, in via Caetani, fu ritrovato il corpo esanime di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse. Gli insegnamenti e l'esperienza di vita di Aldo Moro -sottolinea l'ex premier- ci restituiscono il senso profondo delle istituzioni, il rispetto costante dei valori democratici, il significato rinnovato della laicità, l'intuizione della politica come pratica che supera i conflitti attraverso il dialogo incessante, la convinzione che governare 'significa fare tante cose singole importanti ed attese ma nel profondo vuole dire promuovere una nuova condizione umana'". E poi su Impastato: "Qualche ora prima, a Cinisi, presso i binari della ferrovia, venne ritrovato il corpo senza vita di Peppino Impastato, ucciso su mandato del boss Gaetano Badalamenti, ma imbottito di tritolo, a voler simulare un maldestro tentativo di azione terroristica o anche un suicidio".