Salvini pronto a volare a Mosca e a Kiev. Gelo del governo e sfottò del Pd

"Parlare con i governi e’ una iniziativa strampalata? Non vado mica a giocare a bocce”. Poi a Draghi: "Non sostituisco l'esecutivo, solo un contributo per la pace"

I duellanti. Enrico letta e Matteo salvini, schermaglie sulla guerra in Ucraina

I duellanti. Enrico letta e Matteo salvini, schermaglie sulla guerra in Ucraina

Roma - “Mi piacerebbe che le iniziative di pace coinvolgessero tutti, con una guerra in corso fare battute di dubbio gusto non e’ da leader. Parlare con i governi e’ una iniziativa strampalata? Non vado mica a giocare a bocce”. Lo ha detto Matteo Salvini a Sabato Anch’io, rispondendo a Enrico Letta che aveva definito “strampalata” l’idea di Salvini di andare a Mosca per trattare per la pace in Ucraina. Con una battuta: “Salvini va dove gli batte il cuore“.

 «Il mio - continua Salvini - è un tentativo di rafforzare l’opera del governo, non è un sostituirmi a nessuno. Se sarò il 2 giugno a Mosca? Non dipende da me. Sono piccolissimo e faccio quello che posso, mattoncino su mattoncino. Il problema non è se Salvini parte o meno ma per quante altre settimane le rassegne stampa parleranno ancora di armi e di crisi. Qualunque politico dovrebbe fare il suo. Mi piacerebbe che tutti potessimo andare a Mosca. Da Letta battuta di dubbio gusto, non vado a giocare a bocce».

Poi cita Draghi e il colloquio con Putin:  «Certezze non ce ne sono. La richiesta di aprire i porti viene da più parti: bisogna insistere. Ci sono buone relazioni, rappresentiamo milioni di italiani. Potrei starmene a casa il 2 giugno come faranno in molti. Non vado a Mosca a nome del governo. E’ evidente. Non sfido Draghi, semmai e’ un supporto. Mario Draghi ha chiamato Mosca, si e’ soffermato a lungo. E’ un ribadire, un aggiungere e rafforzare. Non mi sostituisco a niente e a nessuno .È mio dovere fare di tutto per cercare di dare un contributo per il raggiungimento di una pace giusta, usando l’arma più forte: la diplomazia“.

Salvini spiega poi che andrebbe anche a Kiev. «Ne sarei felice, e sono in contatto con diversi esponenti ucraini, dopo averne ripetutamente incontrato anche ambasciatore e console».  Quindi cita un «grande padre della nostra Costituzione, Giorgio La Pira», che «nel momento più critico della guerra fredda, ebbe il coraggio di andare a Mosca per parlare di pace». E aggiunge che sarebbe felice «se il presidente Putin accettasse di vedere papa Francesco e farò ogni sforzo affinché questo avvenga». 

Nonostante il gelo del governo e gli sfottò di alcuni alleati, Salvini parla poi della tenuta del governo: «Siamo leali, ma non accettiamo ciò che va contro gli interessi degli italiani». Sulle pensioni, a suo avviso «è inimmaginabile tornare alla Fornero, è impensabile che la notte di Capodanno scatti uno scalone di cinque anni, come dicono anche i sindacati: è utile impegnarsi per arrivare a quota 41». E sulla richiesta M5s di un voto in parlamento sulla politica estera, sottolinea: «Contiamo che non sarà più necessario votare per l’invio di altre armi“.