Ddl Zan, Salvini a Letta: "Vediamoci martedì o va a finire male"

Il leader della Lega cerca una mediazione per ritoccare gli articoli contestati. Leu: "Basta provocazioni". Le associazioni gay: "Niente compromessi"

Salvini tende la mano a Letta. O è una trappola?

Salvini tende la mano a Letta. O è una trappola?

Roma - Vediamoci o finisce male. Detta così, sembra un po’ la premessa di una rissa da scuola media. Sulla falsariga dell’intramontabile “ti aspetto fuori“. Analizzata un po’ meglio, la profferta di Matteo Salvini al leader del Pd appare comunque un tentativo di mediazione. Come dire: i numeri non ce li avete, ma se ci mettiamo d’accordo su qualche articolo al votiamo tutti insieme. “Propongo a Enrico Letta, per l’ennesima volta, una mediazione come chiesto anche dalla Santa Sede. Vediamoci martedì, prima che il testo arrivi in Aula, per togliere i punti critici degli articoli 1, 4 e 7. Se Letta non accettasse, la legge Zan finirebbe male e tutta la responsabilita’ cadrebbe sulle spalle del Pd” dice Salvini.

Ma a Leu l’idea non piace: “Basta con le provocazioni. La destra non ha mai voluto questa legge. Al massimo vorrebbe stravolgerla, snaturandola. Si voti in aula e ciascuno, a partire da chi l`ha votata alla Camera, si assuma fino in fondo le proprie responsabilità”, è la tesi del senatore di LeU Francesco Laforgia. Sul tema interviene anche il coordinamento di un centinaio di associazioni, collettivi, Arcigay, reti e gruppi Lgbtqia+ (con il sostegno dei sindacati): «Meglio nessuna legge che un testo rielaborato da chi pensa che le nostre esistenze non valgano». Il  riferimento è al disegno di legge contro l’omotransfobia che è in discussione al Senato.

In particolare, i sodalizi lanciano un appello a «non mollare, perché vogliamo questa legge senza compromessi sulle nostre identità di genere e sui nostri orientamenti. Dopo gli ultimi violentissimi attacchi, meglio nessuna legge, piuttosto che un testo rielaborato da chi pensa che le nostre esistenze non valgano». «Siamo scesi nelle piazze in questi anni e ancora in questi tre giorni con una coesione e un’unità di intenti mai avuta prima, per prendere parola sulle nostre vite. Abbiamo già visto gli effetti dei compromessi al ribasso, con lo stralcio della stepchild adoption e le promesse mancate di sanare quel vuoto che significa discriminazione sulla pelle dei  nosti figli. Oggi - puntano il dito - si ripete lo stesso schema in cui le nostre vite, per le quali il ddl nella sua attuale forma non è che un primo passo, sono messe su un pallottoliere e valutate sulla base del consenso elettorale che possono far guadagnare o perdere».

Infine la chiosa: «Alle destre e alla new entry Italia Viva diciamo chiaro che rifiutiamo di baciare la mano di chi fino a ieri ci insultava e che sta giocando con le nostre vite per fini strategici. A chi si erge a difensore del movimento Lgbtqia+ attaccando Orban in Ungheria, mentre in Italia si oppone al ddl Zan o appoggia gli emendamenti proposti da Italia viva, molto graditi proprio a quei partiti che sostengono e sono alleati dello stesso Orban, ribadiamo che non ci faremo intimidire».