Riforma Giustizia, doppia fiducia alla Camera. E il Movimento 5 Stelle si ricompatta

Arriva a notte fonda l'ok dell'aula alla riforma del processo penale firmata dalla ministra Marta Cartabia

La ministra Marta Cartabia in Parlamento

La ministra Marta Cartabia in Parlamento.

Roma - Passa per due volte consecutivamente alla Camera la fiducia posta dal governo Draghi sulla riforma del processo penale firmato da Marta Cartabia, con 462 e 458 voti favorevoli e una cinquantina di contrari. La seduta fiume, terminata a notte fonda, ha visto ricompattarsi il Movimento 5 Stelle, in cui solo 24 ore prima si erano fatte notare un quarto delle defezioni e un voto in dissonanza dal gruppo. Quello di Alessandro Melicchio, l'unico deputato di maggioranza a votare favorevolmente sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione, ma che alla fine si è allineato ai suoi colleghi. Era stato il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte a chiedere ai suoi, al termine del primo giorno in Aula, un cambio di rotta: quelle 40 assenze nei banchi del Movimento non gli erano piaciute e, men che meno, l'atteggiamento di Melicchio. Poi, la promessa fatta alla ministra Marta Cartabia: "Andrà tutto bene". E così è stato: la percentuale dei 5 Stelle partecipanti al voto è salita dal 66,04% di domenica sera sulla pregiudiziale di costituzionalità all'87,42% sulla prima fiducia. Solo in tredici su 159 non hanno preso parte al voto: l'ex sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi insieme ai colleghi D'Arrando, Iorio, Mammì, Parentela, Segneri, Buompane, Federico, Frusone, Lorenzoni, Misiti, Pignatone e Vianello. Tra gli altri gruppi quello che ha fatto registrare la percentuale più alta di votanti è stato il Pd con l'89,5%.

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"Abbiamo lavorato con serietà a questa riforma contribuendo a superare estremismi inaccettabili", ha rivendicato Walter Verini. All'indomani dell'occupazione di una parte dell'Aula da parte di alcuni deputati dell'Alternativa c'è, in avvio di seduta erano schierati diversi commessi a protezione dei banchi del governo, dove sedeva anche la ministra Marta Cartabia. Ma non è servito: l'unica iniziativa di protesta è stata l'esposizione di alcuni cartelli con su scritto "Impunità di gregge". Ideatori dell'iniziativa sempre gli ex 5 Stelle ora in Ac, rappresentati dalle dichiarazioni di voto di Francesco Forciniti: "Ci fa schifo la riforma Cartabia e questa visione di Paese". Dure critiche anche da FdI che ha ricordato, per voce di Ciro Maschio: "Siamo alla 35esima fiducia alla Camera e alla 32esima alla Senato. Un abuso che mostra un Parlamento esautorato". Tra poco si ricomincia: dalle 9 e per tutta la giornata è previsto l'esame e i voti sugli ordini del giorno e, quindi, il voto finale in serata.