Norma anti rave, cosa prevede: quante persone si possono radunare, multe, arresto, carcere

Il primo decreto del governo Meloni introduce un nuovo reato con pene severe

Il primo consiglio dei ministri del Governo Meloni ha preso una serie di provvedimenti su sull'ergastolo ostativo, rinvia a fine dicembre l'applicazione della riforma Cartabia e definisce le nuove regole in tema di Covid e sui rave party. Il testo, del decreto numero 162, è testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale che rende immediatamente esecutive le decisioni. In particolare quella sui rave sta generando parecchie polemiche. Ma cosa prevede? Quante persone si possono radunare? Che multe sono previste? Quanti anni di reclusione?

Cosa prevede il decreto anti rave
Cosa prevede il decreto anti rave

La norma anti rave

La norma che che vieta i rave illegali è cristallizzata nell'articolo 5 del decreto. Introduce il reato di "invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica",

Carcere per gli organizzatori

Una novità che prevede pene per gli organizzatori o i promotori dei raduni che vanno dai tre a un massimo di sei anni di reclusione.

Le multe previste

In alternativa al carcere ci saranno multe che oscillano tra i 1.000 e i 10.000 euro sempre per i promotori e gli organizzatori.

Pene anche per i partecipanti

La norma aggiunge inoltre che "per il solo fatto di partecipare all'invasione la pena è diminuita". Il rischio di avere una condanna è dunque anche per chi partecipa all'evento: nei loro confronti il giudice, al termine del processo, deve applicare una diminuzione che può arrivare fino ad un terzo rispetto al massimo della pena prevista.

Quante persone?

La norma si applica quando più di cinquanta persone invadono in modo "arbitrario" terreni o edifici, pubblici o privati e da ciò ne può derivare "un pericolo per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica".

Sequestro e confisca

La nuova disciplina, prevista all'articolo 434-bis del Codice Penale, dispone la "confisca delle cose" utilizzate per commettere il reato nonché quelle "utilizzate per realizzate le finalità dell'occupazione". Quindo impianti, casse ma anche mezzi utilizzati per il trasporto di quanto necessario ad allestire il rave party.

Codice antimafia

Nel testo viene poi apportata una modifica al Codice antimafia disponendo le misure di prevenzione personali per chi si macchia del nuovo reato. Ciò consentirà l'applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per gli indiziati.

"Allarme democratico"

La pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale - con la conferma della reclusione fino a sei anni per chi organizza e partecipa ai rave - fa insorgere il fronte delle opposizioni che lanciano un "allarme democrazia" per l'ambito di applicazione della stretta estesa a tutti gli assembramenti. Cortei sindacali e manifestazioni politiche comprese.

L'opposizione

"Il Governo ritiri il primo comma di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c'entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione", scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta.

Salvini e la nota del Viminale

Subito la replica di Matteo Salvini: "Indietro non si torna, la leggi finalmente si rispettano". "La norma - precisano in serata fonti del Viminale - interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l'incolumità pubbliche" e quindi "non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà".

Possibilità intercettazioni

Ma alle opposizioni non basta. Forse anche per la precisazione del presidente della Camere Penali, Gian Domenico Caiazza in cui spiega che essendo previste pene superiori ai cinque anni, con il nuovo reato le intercettazioni sono assolutamente possibili. "Continuano a scrivere che il Governo non ha previsto intercettazioni per il nuovo reato di 'invasione' per i Rave. Ma quando mai! La pena massima è di 6 anni, e le intercettazioni si potranno fare eccome. Non si faranno solo quelle 'preventive', che sono un'altra cosa". Così in un tweet Enrico Costa, deputato e vicesegretario di Azione.