Il Pd si spacca, i varesini Alfieri e Astuti mollano Matteo Renzi

I due storici renziani: "Un errore l’addio, noi restiamo"

 Da sinistra Alessandro Alfieri, Matteo Renzi e Samuele Astuti

Da sinistra Alessandro Alfieri, Matteo Renzi e Samuele Astuti

Varese, 19 settembre 2019 - Lo strappo di Matteo Renzi ha avuto inevitabilmente strascichi anche a livello locale. Il suo annuncio è stata la notizia del giorno nella sede varesina del Pd in viale Monte Rosa. Non un fulmine a ciel sereno, perché di avvisaglie ce n’erano state, ma certo un punto di svolta importante per il partito. Una figura che anche a Varese aveva raccolto proseliti, tanto che tra i renziani si contavano fino ad oggi alcuni nomi importanti. Ma quanti di loro decideranno di seguire l’ex premier nel suo nuovo percorso?

Sicuramente non un fedelissimo come Alessandro Alfieri, che solo pochi giorni fa, durante il dibattito sulla fiducia al premier Conte, sedeva a poca distanza dal politico fiorentino. E sempre Alfieri era in prima linea di fianco a Renzi durante la sua ultima visita a Varese, questa primavera. Due strade che però ora si dividono: il senatore varesino non intende abbandonare il Pd. «La mia casa politica è il Partito Democratico e non la lascio – dice Alfieri – ho contribuito a costruirla 12 anni fa». Non rinnega l’appoggio a Renzi: «L’ho sostenuto fin dall’inizio, tra i primissimi». Ma Alfieri non condivide l’approccio dell’ex premier. «Non credo ai partiti personali e alla sola forza salvifica del leader. Servono il leader e la comunità». Un uomo in meno per Renzi, che ha parlato di una trentina di parlamentari pronti a seguirlo. Da capire se tra questi ci sarà Maria Chiara Gadda, che non ha ancora chiarito quale sarà la sua scelta. Ma se è vero che di questi tempi la politica si fa soprattutto sui social il retweet da parte di Renzi solo pochi giorni fa di un post dell’esponente varesina potrebbe costituire più di un indizio.

Un altro renziano storico è il consigliere regionale Samuele Astuti. Anche lui non abbandona la vecchia casa. «Resto nel Pd – commenta – ma invito tutti ad abbassare i toni, soprattutto ricordando il lungo tratto di strada fatto insieme». Guardando al Comune di Varese, nessun addio eccellente, almeno in giunta. Le uniche dichiarazioni sono arrivate da Andrea Civati, che aveva sostenuto Renzi fin dagli inizi. «Credo che sia un errore la sua proposta che divide – commenta – abbiamo fatto tanta fatica per costruire negli anni questa unità, la sua mi sembra una logica un po’ rinunciataria». A Busto Arsizio invece Massimo Brugnone ha deciso di seguire la nuova proposta renziana, pur restando per ora all’interno del gruppo consiliare del Pd.