Letizia Moratti si dimette da Regione Lombardia. Il sindaco Sala: "Me lo aspettavo"

Il primo cittadino: "Il centrosinistra si sbrighi a scegliere candidato per le Regionali". Calenda: "Coraggiosa" e Malpezzi: "Giunta frantumata, guerre interne"

Milano, 2 novembre 2022 - Letizia Moratti si è dimessa. "Di fronte al venir meno del rapporto di fiducia con il presidente Attilio Fontana, annuncio la decisione di rimettere le deleghe di vicepresidente e di assessore al Welfare di Regione Lombardia. Un forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell'azione di questa amministrazione, che a mio avviso non risponde più all'interesse dei cittadini lombardi", ha detto Moratti per annunciare le sue dimissioni dagli incarichi ricoperti in Regione. "Una scelta di chiarezza di cui mi faccio pienamente carico, anche in considerazione dei provvedimenti contraddittori assunti in materia di lotta alla pandemia", ha evidenziato, spiegando di aver atteso "con senso di responsabilità" l'esito delle elezioni per rendere nota la sua decisione. L'ormai ex vicepresidente ha poi sottolineato di rimanere "a disposizione della Regione Lombardia per un ordinato passaggio di consegne dello stato di avanzamento dei progetti che ho e abbiamo attivato". "Mi riferisco - ha spiegato - a temi e politiche che mi stanno particolarmente a cuore, oggetto delle mie ultime proposte di delibere che riguardano importanti investimenti pubblici per la salute dei cittadini, per la realizzazione di ulteriori Case di Comunità e per ridurre drasticamente le liste di attesa negli ambulatori". 

"I dubbi che avevo espresso sul posizionamento politico di Letizia Moratti erano fondati. È chiaro che guarda verso sinistra e non da oggi", ha commentato in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. E ha annunciato di aver deciso di affidare "la delega del Welfare al dottor Guido Bertolaso, protagonista della campagna vaccinale in Lombardia e profondo conoscitore della macchina operativa della sanità lombarda".

L'ipotesi candidatura alle Regionali

La decisione di Letizia Moratti sembra rendere sempre più concreto lo scenario di una sua candidatura da governatrice alle elezioni che si terranno nel 2023 – con ogni probabilità già a metà febbraio del 2023 – contro il leghista Attilio Fontana, il presidente uscente, sostenuto – almeno fin qui – da tutta la coalizione di centrodestra. In Lombardia il Terzo Polo (leggi: Azione) ha sempre dichiarato che il sostegno all'eventuale corsa della Moratti per Palazzo Lombardia sarebbe stata presa in considerazione solo dal momento in cui questa fosse uscita dalla Giunta Fontana: ora il passo è stato compiuto. I terzopolisti lombardi possono così aggiungersi a quella Rete Civica alla quale la Moratti sta lavorando da mesi proprio in vista della candidatura e che includerebbe anche esponenti del mondo socialista. Di certo la nota da lei diramata stamattina rappresenta già una dura presa di posizione nei confronti dell'esecutivo regionale. Ha giocato d'anticipo, l'ex ministro, l'ex presidente della Rai, l'ex sindaco di Milano: tutti a chiedersi quando il governatore l'avrebbe estromessa dalla Giunta ed invece è stata lei a salutare.

Sala: "Moratti candidata? Difficile con il centrosinistra"

Immediate le reazioni dal mondo politico. "Le dimissioni di Letizia Moratti da assessore al Welfare e vicepresidente di Regione Lombardia è chiaro che erano un qualcosa da me atteso. Moratti ha fatto quello che non ha avuto il coraggio di fare Fontana, cioè di prendere atto che non c'era più fiducia", ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala. "Perché il rapporto fiduciario non c'era, l'ho detto più volte tempo fa, un assessore non è eletto ma nominato sulla base di un rapporto fiduciario dal sindaco o dal presidente della regione - ha aggiunto  -. Mi viene da dire che le cose stavano così ormai da parecchio tempo". Secondo il primo cittadino le dimissioni dovrebbero avere anche l'effetto di spingere il centro sinsitra a "velocizzare le sue riflessioni rispetto a chi mettere in campo" come candidato alla guida della Regione. E a chi gli ha chiesto se possa essere proprio la Moratti, ha risposto: "Oggettivamente lo vedo difficile, ma non spetta a me decidere. Non la vedo come un'operazione semplice ma noi dobbiamo sbrigarci a trovare un candidato". Riguardo alcuni retroscena che lo darebbero in appoggio ad un'eventuale lista civica dell'ex sindaca di Milano Sala ha chiarito che "quello che si legge in giro non è vero". Sul fatto che invece Letizia Moratti possa fare la candidata del terzo polo in Lombardia "è quello che vorrei capire da Calenda e Renzi che certamente sentirò nei prossimi giorni - ha concluso -. Senza essere supportata da alcun partito, semplice non è. Fontana e Moratti comunque in termini di credibilità e reputazione mi sembra che siano abbastanza allineati".

Giuseppe Sala e Letizia Moratti
Giuseppe Sala e Letizia Moratti

Calenda: "Moratti coraggiosa"

"Letizia Moratti è stata coraggiosa nel rassegnare le dimissioni dal pessimo governo di Attilio Fontana. Moratti ha svolto un ottimo lavoro nel corso della campagna vaccinale, che prima di allora era in un caos indegno per una grande Regione europea. Sono certo che in futuro potrà dare un contributo positivo nella politica regionale o nazionale", ha commentato in una nota il leader del Terzo Polo Carlo Calenda.

Albertini: "Cosa farà il Terzo Polo?"

"Ora che Letizia Moratti si è dimessa da vicepresidente e assessore di Regione Lombardia, resta da vedere cosa farà il Terzo polo", ha commentato Gabriele Albertini, l'ex sindaco di Milano a cui Moratti ha proposto di guidare la sua lista civica alle prossime regionali. L'addio al Pirellone di Moratti, che aveva dato la disponibilità al centrodestra di candidarsi a presidente della Regione, non lo ha stupito. "Era già un pò noto e dopo le frizioni con Forza Italia sulla formazione del governo nelcentrodestra non volevano aprire un altro fronte in Lombardia" con la Lega decisa per la riconferma di Fontana. Albertini non vede Moratti dall'11 ottobre, ma questo non significa che di lavoro non ne sia stato fatto. "Io ho accettato di guidare la lista Moratti quando lei me lo ha chiesto ma come candidata del centrodestra. Poi era avvenuto che Maria Elena Boschi mi aveva proposto il collegio di Milano 1 proporzionale alla Camera ma Calenda ha preferito candidarci l'ottimo Enrico Costa. Quindi non so cosa farò", ha concluso l'ex primo cittadino.

Lega: "Moratti prepara candidatura con la sinistra"

"Letizia Moratti ha gettato la maschera e ha scelto di sganciarsi dalla giunta regionale di centrodestra per preparare la sua candidatura con la sinistra, in cerca di una poltrona cui ambiva da mesi", hnno commentato il coordinatore regionale lombardo della Lega, Fabrizio Cecchetti, e il capogruppo leghista in Consiglio Regionale, Roberto Anelli. Per i leghisti, si tratta di un "finale scontato", per cui "buona fortuna alla Moratti per la sua caccia alla 'cadregà desiderata: la lasciamo volentieri al PD e alla sinistra». Ora, hanno aggiunto "voltiamo pagina e andiamo avanti a lavorare nell'interesse dei cittadini lombardi, per questo applaudiamo alla scelta annunciata dal Governatore Attilio Fontana di assegnare le deleghe della sanità e del welfare a Guido Bertolaso, di fatto il vero assessore per mesi: una persona capace, competente e di indubbio valore, già dimostrato in tanti anni in altri contesti difficili come le emergenze successive ai terremoti, è l'uomo che ha lavorato in prima linea nella prima ondata della pandemia, aprendo tra le altre cose anche l'ospedale in Fiera, e ha poi impostato il perfetto piano vaccinale che lo scorso anno ha consentito alla Lombardia di essere la Regione più efficiente nel somministrare le tre dosi vaccinali".

Pd: "Centrodestra in Lombardia non esiste più"

A Rainews24, Simona Malpezzi ha parlato di "guerra di potere". "La Moratti che rimette le deleghe dimostra quello che dicevamo: una Giunta frantumata, posizioni differenti, guerre interne. Noi abbiamo lavorato cercando di costruire un tavolo delle opposizioni. Tutti coloro che si sentono non rappresentati da questo governo devono trovarsi e costruire una alternativa", ha spiegato la presidente dei senatori del Pd. Sulla stessa linea il segretario lombardo del Pd, Vinicio Peluffo: "Le dimissioni dell'zssessora Moratti hanno certificato quello che da tempo sosteniamo: il centrodestra lombardo non esiste più. Perché si è rotto il patto tra quei partiti che avevano formato non una coalizione, ma un cartello elettorale. Una compagine politica inaffidabile, incapace di vere azioni a favore dei cittadini. Di più, un gruppo di potere dannoso, perché supino a interessi esterni all'amministrazione regionale". "La durezza delle accuse della Moratti nei confronti di Fontana, della sua Giunta ma anche del Governo - ha proseguito Peluffo - sono verità che da tempo abbiamo denunciato".

Azione: "In Lombardia serve progetto di rinnovamento""

"La decisione di Letizia Moratti dimostra coerenza e coraggio". Così in una nota l'ex ministro Mariastella Gelmini. "Sul covid - ha proseguito  la vice segretaria di Azione - ha perfettamente ragione: il governo sta progressivamente smontando la linea che finora è stata vincente (basata su vaccini e green pass) e che ha consentito al Paese di riprendere a vivere e a crescere. Questo è particolarmente grave per una regione come la Lombardia, che alla pandemia ha pagato un prezzo altissimo, e comprendo risulti intollerabile per chi, come Letizia Moratti, ha guidato con autorevolezza e prestigio la macchina della sanità lombarda durante il contrasto al covid".  "Le dimissioni non sorprendono visti i rapporti con Fontana e la sua maggioranza e sono una scelta conseguente coerente. Moratti sostiene quanto diciamo da sempre: Fontana e il centrodestra hanno malgovernato la nostra Regione e sono incapaci di dare nuovo slancio alla Lombardia", ha aggiunto il consigliere regionale e segretario regionale di Azione Niccolò Carretta. "Il centrodestra lombardo è in crisi e l'avvio di questo Governo rafforza la convinzione che non sia in grado di affrontare i veri problemi e l'avvio da incubo su medici No Vax e provvedimenti pasticciati ne sono la prova. La nostra posizione non cambia e anzi oggi più che mai è valida: siamo al lavoro per dare in tempi rapidi ai lombardi un progetto di rinnovamento per vincere le prossime elezioni, parlando a tutti i cittadini, e con la volontà di girare finalmente pagina dopo quasi 30 anni".

M5S: "Si dimetta anche Fontana"

Non fa giri di parole il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Lombardia, Nicola Di Marco: "Dopo i fatti di oggi riteniamo che questa disastrosa esperienza di governo debba terminare. Attendiamo le dimissioni a ruota dello sfiduciato presidente Fontana, alla guida di una Giunta inoperosa e bloccata dalla fuga degli assessori verso il Parlamento". "La farsa è terminata - ha continuato - Moratti, chiamata a salvare il centrodestra dai disastri del duo Fontana-Gallera e dall'incapacità di gestire la pandemia, se ne va sbattendo la porta, certificando il fallimento di questa Giunta. Fontana, ancora una volta, non ha avuto la forza di decidere e ha atteso passivamente l'ennesimo ceffone".