Draghi al Senato: "Obiettivo unità nel nome dell'Italia"

A Palazzo Madama è in atto la discussione sul programma illustrato dal premier nel suo discorso di 51 minuti all'aula dove alle 20 è atteso per la replica. Quindi la fiducia con l'inizio della chiama alle 22. Diretta sulla Rai

 

Roma, 17 febbraio 2021 - Dopo il discorso di Mario Draghi il Senato è impegnato ora nella discussione del programma illustrato dal premier. Si terminerà alle 15.30 quando a palazzo Madama comincerà la sanificazione che durerà un'ora e poi si riprenderà fino alle 19. Quindi nuova sanificazione fino alle 20 quando sarà il momento della replica del Presidente del Consiglio dichiarazioni di voto sulla fiducia al Governo. La chiama avrà inizio alle 22. La seduta sarà trasmessa integralmente in diretta televisiva Rai.

 

Domani alla Camera 

La capigruppo della Camera ha deciso il timing in vista del voto di fiducia di domani al governo Draghi, previsto alle 20 con l'appello nominale. Tre ore, dalle 9 alle 12, saranno dedicate alla discussione generale sulle comunicazioni del governo, poi pausa sanificazione (dalle 12 alle 13.30), dalle 13.30 alle 16 previsto il seguito della discussione generale. Alle ore 16 pausa sanificazione.  Alle ore 18 replica presidente del Consiglio mentre tra le 18.30 e le 20 sono attese le dichiarazioni di voto.

"Oggi l'unità non è un'opzione, è un dovere" 

Uscire dalla pandemia, rilanciare l'economia, fare le riforme per regalare ai giovani un Paese migliore. Nei 51 minuti (quattro in meno del suo predecessore, Antonio Conte) di intervento Mario Draghi ha toccato tantissimi aspetti su quello che sarà la road map seguita dal suo governo. Nel suo discorso il premier è partito ovviam dalla contingenza, ovvero battere il virus che il presidente del Consiglio definisce "il nemico di tutti". Superare la pandemia sarà il primo obiettivo che necessita la collaborazione di tutti, nessuno escluso. Un discorso in cui il premier ha chiesto sostegno ai partiti proprio come nel Dopoguerra nel nome del bene comune, per un nuovo Rinascimento italiano.

I primi applausi

Mario Draghi riceve una prima dose di applasui quando ringrazia il suo predecessore che "si è trovato a gestiore un'emergenza unica dall'Unità d'Italia. Covid sì ma anche crescita economica che, ricorda ancora il premier "non dipende dalla sola economia ma dalla fiducia e la condivisione di speranze di un Paese". E' il primo di una lunga serie di accenni all'unità del Paese. "Dovremo lavorare insieme perché prima dell'appartenenza poltica arriva la cittadinanza che ci impone di servire il nostro Paese". Quindi quello che suona come un monito ai partiti: "Ricordo che alla ricostruzione del Dopoguerra collaborarono diverse forze politiche anche in posizioni opposte tra loro".

I giovani e il futuro

"A volte mi chiedo se stiamo facendo per loro, i nostri figli e nipoti, quello che per noi hanno fatto i nostri nonni, che si sono sacrificati per regalarci un futuro migliore. Dovremo dare risposte concrete ai loro bisogni per evitare che i nostri giovani continuino a lasciare il nostro Paese per cercare lavoro. Attenzione perché ogni spreco è un torto che facciamo alle future generazioni a cui dobbiamo dare un futuro migliore nella speranza che loro ci ringraziano e non ci rimprovino per il nostro egoismo". 

Ue e politica estera

"La linea nostra linea sarà europeista e atlantista, mantenedendo quelle alleanze che in questi anni hanno garantito benessere al nostro Paese", ha ricordato Draghi che prima ancora a proposito di Europa aveva precisato: "Si cede parte della sovraniutà nazionale per una sovranità condivisa. Senza l'Italia non c'è l'Europa (ricordate Altiero Spinelli?) ma senza l'Europa ci sarà solo una sovranità nella solitudine". Un chiaro messaggio a quei partiti sovranistri, in primi l'ala più intransigente della Lega. Il premier ha poi precisato che Francia e Germania saranno "partner imprescindibili" come dovranno essere mantenuti buoni rapporto con Spagna, Grecia, Malta e Cipro che hanno la nostra "stessa senibilità mediterannea", importnete soprattutto in relazione al tema dei migranti. 

Il Recovery Plan

Draghi ha confermato che sul Recovery Plan resteranno salde "le linee tracciate dal governo uscente" ma ha poi aggiunto: "Dovremo anche rafforzare il programma degli obiettivi strategici con le riforme che lo accompagneranno". Qui l'accenno alla produzione di energia da fonti rinonnovanbiuli, la rete ferroviaria veloce, la mobilità elettrica, la digitalizzazione, banda larga e il 5G. E lo Stato?  "Il ruolo dello Stato dovrà essere valutato con attenzione con le rispettive leve a disposzione: tassazione e defiscalòizzazione". Tempistiche a luno respiro. "Non basterà elencare obiettivi - ha detto Draghi - ma dovremo dire come li realizzeremo e che obiettivi ci porremo nel 2026, nel 2030 e 2050, anno in cui l'Ue vuole arrivare a emissioni". L'ex governatore della Bce ha ricordato che "la governance del Piano di rilancio è incardinata nel Mef" e che "il Parlamento verrà costantemente informato". Quest'ultima sottolineatura può essere letta come una frecciatina al precedente Governo.  

Riforme

Tutto è ruotato attorno al Nex Generetion program che "prevede anche delle riforme", ha ricordato Draghi. "In anni recenti non sono mancati i tentativi di riformare, ma i risultati scarsi". Perchè? Draghi spiega: "Si sono fatti interventi parziali dettati dall'urgenza e non da un piano complessivo come nel caso del Fisco che non bisogna dimenticare che è composto da più soggetti e quindi serve una visione complessiva". Il premier ha voluto citare l'esempio della Danimarca. "Nel 2008 la Danimarca formò una commissione fatta di esperti. Un esempio simile avvenne in Italia nel 1970 con Bruno Visentini  con una commissione che andasse a riformare il fisco". Mario Draghi ha sottolineato che "servirà una riforma dell'Irpef per semplificare la forma di prelievo, preservando la proghressività". Anche la pubblica amministrazione "va riformulata: agli uffici verrà chiesto un piano di smaltimento dell'arretrato, più digitalizzazione e un aggiornamento delle competenze dei dipendenti". Non è mancato un accenno alla Giustizia: "La Ue ci chiede di smaltire gli arretrati". La scuola: "Durante la pandemia solo il 71% degli studenti è stato conivolto nelle le lezioni a distanza: serve fare uno sforzo in più". 

 Lavoro e competitività

 "La nuova sfida sarà un nuovo ecosistema da preservare", ha detto Mario Draghi. "Alcuni modelli dovranno cambiare alla luce del disastro prodotto dalla pandemia e, come dicono gli scienziati, non sarà come riaccendere la luce.   Il Governo dovrà proteggere tutti i lavoratori ma sarà un errore proteggere tutti, il difficile compito sarà scegliere chi sostenere e chi accompagnare verso il cambiamento". Tradotto: non aiuto indiscriminati ma mirati per una riconversione vera dell'economia. E sugli effetti del virus sull'economia: "Sono stati sette milioni i lavoratori aiutati durante la pamndemia per un totale di 4 miliardi di ore. A pagare il prezzo più alto sono stati i giovani, le donne e gli autonomi: dobbiamo pensare soprattutto a loro quando dovremo pensare alle nuove strategie. Centrali in questo senso saranno le nuove strategie di politica attiva del lavoro". Proprio sul tema del lavoro femminile il premier ha dedicato un accenno sostanziale: "Il divario di genere e salariale tra uomini e donne rimane ancora molto alto in Italia rispetto all'Europa ma una vera parità non è un farisaico rispetto delle quote rosa previste dalla legge".

Transizione ecologica 

Cambiamento sì ma in nome della sostenibilità. Ecco il Draghi-pensiero: "Il cambiamento climatico penalizza alcuni settori, senza che ci sia un'espansione in altri settori che possa compensare questa perdita. Questo sarà il compito della politica: creare investimenti per nuove esigenze. Vogliamo lasciare un buon pianeta e non solo una buona moneta".  

L'appello finale

Il discorso del premier si è concluso con un appello ai partiti a cui Draghi chiede di superare le divisioni per lavorare insieme proprio come nel Dopoguerra. "Un sostegno che non appoggia su alchimie poltiche, ma sull'impegno e sul vibrante desiderio di rinascere, sull'entusiasmo dei giovani che vogliono un Paese capace di dare loro sognu. Oggi l'unità non è un'opzione, è un dovere che ci unisce tutti". Con un unico obiettivo: "L'amore per l'Italia". Un appello alla