Gelmini: «Giusto il passo indietro di Salvini. Valorizza il lavoro di Maroni e Zaia»

"Non sarà candidato premier, mossa intelligente da leader". E poi: "Mentre Salvini e Meloni coprono bene lo spazio politico a destra, noi dobbiamo occupare meglio lo spazio al centro" di Giambattista Anastasio

Maria Stella Gelmini

Maria Stella Gelmini

Milano, 17 settembre 2015 - Gelmini, coordinatrice lombarda di Forza Italia, se si votasse l’anno prossimo Matteo Salvini scommetterebbe su Roberto Maroni come candidato premier del centrodestra o su Luca Zaia nel 2018. Voi ci state? «Per battere Renzi bisogna partire da un programma chiaro, da un’intesa granitica e da una squadra ampia che sappia aprirsi anche alla società civile: questo è il lavoro che il centrodestra deve fare e che sta facendo solo in parte. Partiamo dalle 10 domande poste da Giovanni Toti proprio a Salvini su altrettanti temi che, dalla riduzione delle tasse ai costi standard, devono essere al centro del nostro programma di governo comune. Matteo ci sta? Il nome del candidato premier si sceglierà solo in un secondo momento».

E a voi andrebbe bene se fosse quello di Maroni o Zaia? «Io sono di Forza Italia e faccio il tifo per un candidato premier che sia espressione dell’area moderata».

Maroni e Zaia non sono sufficientemente moderati? «Non sto dicendo questo. Non se con “moderato”, termine a dire il vero forse un po’ superato, intendiamo un approccio liberale e non populista alla politica. Maroni ha un’esperienza importante, Zaia ha la sapienza del tessitore. Ma Forza Italia è l’unica forza del centrodestra che ha nel Dna la capacità di unire uomini, partiti e sensibilità e un presidente del Consiglio, oltre all’esperienza, deve avere la capacità di pesare nei rapporti internazionali, il vero grande punto debole di Renzi. Per questo il primo nome che mi viene in mente come candidato premier del centrodestra è quello di Silvio Berlusconi».

Un nome fuori tempo massimo. «Non è affatto detto, lui ha la credibilità internazionale che serve e il recente viaggio in Russia lo ha dimostrato. Un segno di grande attenzione».

Perché, secondo lei, Salvini si è tolto dal novero dei possibili candidati premier? Non si sente pronto? Sa di non avere il consenso e le capacità necessarie? «Io credo che quella di Salvini sia stata un’uscita intelligente. Ma che non gli preclude nulla: lui è sicuro di sé e ha grandi ambizioni. Ha ritenuto però giusto prendere atto e riconoscere pubblicamente il potere di Zaia, che in Veneto è riuscito a portare la Lega ben oltre il suo elettorato tradizionale, così come ha voluto riconoscere il buon lavoro che Maroni sta facendo in Lombardia. Ricordiamo che in tempi di spending review, Regione Lombardia ha conti in ordine e servizi di primo livello...».

Ma secondo lei il Salvini delle ruspe è davvero spendibile per la presidenza del Consiglio? «Io non sono portata a credere che le parole proferite da Salvini nei confronti di Zaia, considerato anche che non si andrà al voto tanto presto, precludano una sua candidatura. Al tempo stesso, però, dico che Salvini e la Meloni stanno occupando bene lo spazio politico della destra, mentre Forza Italia deve occupare meglio lo spazio politico moderato e fare da collante tra le diverse anime del centrodestra, compreso il Nuovo Centrodestra, e tra le diverse anime del centrodestra e la società civile. Della Valle, ad esempio, che intende fare? E Passera? Mi spiace abbia scelto l’isolamento. Di certo il centrodestra ha bisogno di profili nuovi, di profili civici. Chiediamo alla società civile di non limitarsi a criticare la politica ma di mettersi in gioco come fece Berlusconi nel 1994. Anche se sappiamo che proprio il trattamento riservato a Berlusconi dalla magistratura dal ’94 in avanti scoraggia oggi tanti imprenditori dal mettersi a disposizione della politica e del Paese».