Elezioni regionali, Salvini: Moratti sostenga Fontana. Il governatore: resto altri 5 anni

Messaggio del segretario federale della Lega alla vicepresidente con delega al Welfare e agli alleati. Il presidente lombardo non si nasconde. Ignazio La Russa resta sibillino: una riflessione su di lei va fatta

Letizia Moratti e Attilio Fontana

Letizia Moratti e Attilio Fontana

Milano, 26 settembre 2022 - Due dati sono ormai chiari: in Lombardia il centrodestra ha la maggioranza assoluta dei voti, ma la coalizione ha decisamente cambiato guida. A fare da traino non è più la Lega, ma Fratelli d’Italia. Un fatto ancor più significativo se si pensa che la Lombardia è la culla del Carroccio e che il partito di Giorgia Meloni doppia i consensi riscossi dall’alleato. Alla Camera, FdI ha raccolto il 28,5% contro il 13,3% della Lega, al Senato il 27,6% contro il 13,9%. Alle elezioni Politiche del 2018 il divario tra i due partiti pareva incolmabile. La Lega al Senato poteva contare sul 28% dei voti, mentre FdI si fermava al 4,1%; mentre nelle quattro circoscrizioni della Camera la Lega aveva raccolto tra il 22,1% (Lombardia 1) e il 34,3% (Lombardia 3) e il partito della Meloni tra il 3,9% (Lombardia 2) e il 4,3% (Lombardia 3).

Una ribaltamento di ruoli che rischia di ripercuotersi sulle strategie per le prossime elezioni Regionali, in programma nel 2023. Oggi, nel corso della prima conferenza stampa post voto, in quel di via Bellerio, Matteo Salvini si è focalizzato solo su uno dei due dati (la maggioranza assoluta ottenuta dal centrodestra in regione), ha cercato di tenere il punto e difendere la ricandidatura del governatore uscente Attilio Fontana, ma ha voluto mandare anche un messaggio a Letizia Moratti, la vice della Giunta lombarda, a sua volta decisa a correre per la presidenza della Regione, invitandola a restare nel centrodestra anziché seguire altre bandiere (Terzo Polo).

"Sulla Lombardia ho letto analisi simpatiche – sottolinea il segretario del Carroccio –. Ma il centrodestra è sopra il 50%. Quindi, in ottica Regionali, squadra che vince non si cambia». «Quanto a Letizia Moratti – prosegue Salvini –, tutti devono avere una risposta. La Moratti è ancora la vice di Fontana in quota centrodestra. Ascolterò e condividerò ogni mio passo con Fratelli d’Italia, Forza Italia e i centristi sulle Regioni che vanno al voto. Ma do per scontato che la vice governatrice di centrodestra, che lavora a sostegno del governatore di centrodestra, sia a disposizione del centrodestra. Mi aspetto fiducia e sostegno in Attilio Fontana».

E il diretto interessato non si nasconde: «Il risultato del mio partito necessita di una seria riflessione – ammette il governatore, precisando che nelle sue parole non vi è alcun attacco al segretario –. Sono certo che, a partire dall’impegno dei propri militanti e dei tanti amministratori, la Lega saprà riannodare il dialogo con le proprie comunità, forte della prospettiva dell’Autonomia, non più rinviabile. Proprio oggi ci siamo incontrati con Salvini e i governatori della Lega, condividendo l’obiettivo di coinvolgere ulteriormente i sindaci e ciascun militante in questo percorso. Nel Paese c’è una maggioranza nuova, solida, coesa. Avremo un Governo in carica per i prossimi 5 anni e – si badi la sottolineatura – così sarà per la Lombardia, con me, nel prossimo futuro». Secondo Fontana il fatto che il centrodestra sia oltre il 50% «conferma che il modello lombardo è vincente».

Le quotazioni della Moratti, però, da alcuni sono date in risalita dopo l’exploit elettorale della Meloni. E Ignazio La Russa, cofondatore di Fratelli d’Italia, ribadisce la linea, con parole sibilline: «Noi abbiamo perso tante volte e, da uomini di destra, abbiamo saputo perdere. Ora – dice – dimostreremo di saper anche vincere. Non accamperemo preteste ma una riflessione sulla candidatura della Moratti va fatta e una risposta gliela si deve dare. Non ci fosse stato il caso della Sicilia, la ricandidatura di Attilio Fontana, che stimo, per noi sarebbe stata automatica. Ora non è più automatica ma resta un principio importante». C’è chi scommette, allora, su una terza via: la candidatura di Giancarlo Giorgetti, leghista ma non salviniano, nel caso in cui non dovesse entrare in un Governo con la guida a destra.