Elezioni regionali in Lombardia, Gori: "Ammetto sconfitta ma rifarei tutto"

Confermate le previsioni, il centrosinistra non riesce a espugnare il Pirellone

Giorgio Gori (Newpress)

Giorgio Gori (Newpress)

Milano, 5 marzo 2018 -  E' stata giornata amara per Giorgio Gori, candidato del centrosinistra alle elezioni regionali in Lombardia. Il sindaco di Bergamo esce sconfitto dal confronto con Attilio Fontana, candidato del centrodestra (designato dopo la rinuncia di Roberto Maroni). Il sindaco di Bergamo nella sede del suo comitato elettorale è arrivato intorno alle 16 e dopo avere stretto le mani ad alcuni militanti si è ritirato in un ufficio per seguire lo spoglio delle regionali, cominciato alle 14. Gori è stato raggiunto nella sede del comitato elettorale dalla moglie Cristina Parodi e dalle figlie Benedetta e Angelica.

Giuseppe Sala
Giuseppe Sala
Nel quartier generale di corso Buenos Aires presenti il sindaco di Milano, Beppe Sala (nella foto), diversi parlamentari in carica o prossimi all'elezione come Lia Quartapelle, Simona Malpezzi, Giancarlo Librandi, Mattia Mor e Eugenio Comencini.

I COMPLIMENTI A GORI - Gori è salito sul palco ed è stato applaudito, quindi ha detto "Pensa se avessi vinto". "I risultati non sono definitivi ma sono sufficientemente netti da ammettere la sconfitta" ha poi aggiunto Gori, che ha ricordato come con la sua squadra ritiene di aver fatto "una cosa bella intensa e coraggiosa e ho cercato di fare la stessa cosa da parte mia. Mi sento di aver fatto la miglior campagna elettorale, l'abbiamo fatta con grande energia, non farei niente di diverso, sono state dette le cose che era giusto dire. Si tratta di una vittoria della Lega in particolare, di Fontana, che ho chiamato e mi sono complimentato". Gori ha aggiunto: "Mi prenderò il tempo giusto per prendere la decisione rispetto a mio futuro immediato. La legge mi consente di farlo entro 90 giorni: ho preso un impegno con cittadini di Bergamo, che vorrei portare avanti ma anche un impegno con gli elettori delle elezioni regionali". Il collega milanese Beppe Sala lo ha invitato a non mollare: "Mi auguro che Giorgio non molli perché si è rivelato politicamente molto capace e molto amato". 

"SPERO DI AVER LASCIATO IL SEGNO" - "La concomitanza con le elezioni politiche ha fatto sì che queste regionali fossero elezioni molto politiche e poco regionali" ha osservato il candidato del centrosinistra. Che però sente come dagli elettori sia stat riconosciuta la "competenza" e il "tentativo di parlare dei temi" importanti per i cittadini. "Ho l'ambizione di aver comunque lasciato un segno di politica seria e credibile che si sforza di non raccontare balle e tenere alta la bandiera del riformismo" si è augurato il sindaco di Bergamo. Ma "la valutazione politica la faremo domani mattina". 

PIRELLONE AL CENTRODESTRA - Anche a questa tornata elettorale il Pirellone si è confermato un vero e proprio fortino per il centrodestra La maggioranza lombarda è infatti di centrodestra da 23 anni, ovvero dalle elezioni del 1995, quando vinse Roberto Formigoni che rimase in carica per 8 anni, per poi cedere il timone a Roberto Maroni che ha rinunciato a ricandidarsi, meno di due mesi prima delle elezioni. Alle passate regionali del 2013 la sfida tra Maroni e Umberto Ambrosoli si concluse con la vittoria del candidato leghista con il 42,8% delle preferenze mentre il rivale del centrosinistra si era fermato al 38,2%. M5S si attestò al 13,6% con Silvana Carcano. 

LO SPOGLIO IN DIRETTA - Tutti i risultati

Ecco i risultati delle regionali in Lombardia città per città

MILANO

BERGAMO

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