Elezioni regionali, Fontana incontra Maroni e Salvini: "Al primo punto l'autonomia"

I tre, insieme a Milano, tra sorrisi e pacche sulle spalle, rilanciano l'immagine di una Lega unita dopo l'esito elettorale che ha visto numeri trionfanti per il Carroccio

Roberto Maroni, Attilio Fontana e Matteo Salvini

Roberto Maroni, Attilio Fontana e Matteo Salvini

Milano, 6 marzo 2018 - "Non mi aspettavo questo risultato. Credevo che fosse più ridotto. Ha funzionato l'alleanza, la politica di Salvini, il centrodestra e aver seguito uno dei primi consigli di Bossi: per fare politica devi stare in mezzo alla gente, non devi andare in tv". Così il presidente in pectore di Regione Lombardia, Attilio  Fontana, a margine dell'incontro con Matteo Salvini e Roberto Maroni, a Palazzo Lombardia, commentando l'esito elettorale con venti punti percentuali di vantaggio rispetto a Giorgio Gori, in corsa per il centrosinistra. A chi gli ha chiesto se ha sentito Bossi, ha replicato: "Dopo le elezioni no, prima sì".

Per la formazione della giunta "il metodo sarà quello della meritocrazia e anche quello della rappresentanza territoriale". Fontana non ha fatto anticipazioni sui nomi di assessori e sui tempi per la composizione della squadra di governo, ma ha ribadito le prime questioni sul tavolo. "Al primo punto - ha spiegato il neo governatore - l'autonomia. Poi faremo provvedimenti su asili nido gratis, cercheremo di guardare alla semplificazione dei rapporti fra cittadini e Regione e le infrastrutture. Desidero proseguire nella formazione preparata da Regione e investire in ricerca e innovazione come fatto negli ultimi cinque anni".  Rispondendo a una domanda sulle linee ferroviarie,  Fontana ha detto: "Il problema è cercare di avere un rapporto chiaro con Fs perché, se loro vogliono intervenire sulle loro reti con programmi precisi, bene altrimenti le reti le restituiscano alla Regione che ce la caveremo noi".  Il rapporto con le Province? "Credo debbano riacquistare il loro ruolo. Spero - ha aggiunto - che il nuovo Governo prenda in esame la situazione perché, come sono adesso, sono assurde: costano e non hanno compiti da svolgere. Credo che i Comuni dovranno diventare importanti, perché la Regione gradualmente dovrà delegare i poteri di amministrazione agli enti locali". 

"Fontana non ha bisogno di consigli. É bravo, capace e competente. Ha governato per dieci anni il comune di Varese", ha detto Roberto Maroni parlando del suo successore 'in pectore'. Poi, ha riferito di aver "consegnato" a  Fontana "la documentazione su quanto fatto e i dossier che sono ancora aperti su cui deve lavorare, in primis quello sull'autonomia che resta tema importante è strategico su cui bisogna impegnarsi". "Per questo - ha concluso il governatore uscente - spero che il prossimo governo sia di centrodestra così che la questione verrà immediatamente risolta".  

E così, Matteo Salvini, Roberto Maroni e Attilio Fontana insieme a Milano, fianco a fianco, tra sorrisi e pacche sulle spalle, rilanciano l'immagine di una Lega unita dopo l'esito elettorale che ha visto numeri trionfanti per il Carroccio. Dopo l'alta tensione delle settimane precedenti, a seguito dell'annuncio a sorpresa di Maroni di non ricandidarsi per un secondo mandato e le ipotesi circolate sui su possibili "patti segreti" post-elettorali tra Maroni e Silvio Berlusconi ai danni dell'"estremista" Salvini, a cui si è aggiunto l'assist, vero o presunto, dato dall'uscente governatore all'opzione di Antonio Tajani (Forza Italia) alla carica di premier, oggi pace sembra fatta ai vertici della Lega. In un clima rilassato, Salvini ha usato toni scherzosia chi gli ha chiesto proprio se "le spaccature interne alla Lega fossero ormai lontane". Il leader della Lega e candidato primo ministro, ha risposto indicando in Attilio Fontana il "figlio" unificatore di una sorta di matrimonio ritrovato Salvini-Maroni.