Lombardia, rush finale per i posti in lista. Partita elettorale con rimpasto in extremis

Forza Italia pensa a Fabrizio Sala, in corsa anche l’assessore alla Sicurezza. Nella Lega scoppia il caso Iwobi: "Io escluso, è stato ignorato il merito"

La battaglia dei manifesti elettorali lungo le strade milanesi è incominciata

La battaglia dei manifesti elettorali lungo le strade milanesi è incominciata

Milano - Rush finale per la presentazione delle candidature per Camera e Senato alle elezioni politiche del 25 settembre. Ieri, dalle 8 di mattina, negli uffici della Corte d’Appello del Tribunale di Milano, il via per il deposito delle liste. I primi sono stati i Gilet arancioni del generale Pappalardo insieme all’Unione Cattolica Italiana (Uci). Uno dei dati politici di giornata, però, è che nessuno dei partiti della coalizione di centrodestra – Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – ieri ha presentato ufficialmente le candidature, lo faranno oggi: la scadenza è fissata alle 20.

Qualche indiscrezione dal fronte sovranista-moderato, però, filtra, e fonti di FdI assicurano che tra i candidati ci sarà l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato. All’ex vicesindaco, che è già stato in Parlamento dal 1994 al 2013, dovrebbe essere riservato un collegio uninominale nella provincia di Milano, un collegio in cui il centrodestra potrebbe spuntarla. Se De Corato venisse candidato ed eletto, dovrebbe lasciare l’incarico di assessore regionale e per il governatore lombardo e lumbard Attilio Fontana potrebbe anche aprirsi lo scenario di un mini-rimpasto. Sì, perché fino a ieri rimaneva in piedi l’ipotesi che FI candidi alle Politiche Fabrizio Sala, assessore regionale all'Istruzione e Ricerca. Non solo. A bordo campo scalpita pure Lara Magoni, assessore al Turismo, esponente di FdI.

Con tre assessori candidati e magari eletti in Parlamento, il rimpasto in Regione diventerebbe realtà. Ma meglio usare il condizionale, finché le liste di FdI e FI non saranno depositate. Sul fronte Lega, invece, ieri si è registrata una polemica da parte di Toni Iwobi, bergamasco di origine nigeriana, nel 2018 eletto al Senato. Il Carroccio ha deciso di non ricandidarlo e il senatore di colore si è sfogato così sui social: "La Lega, di cui faccio parte da 28 anni ha compiuto le sue scelte sulle candidature, e ne prendo atto. Non sempre l’impegno politico – la sua stoccata – è riconosciuto come dovrebbe".

Saluta il Parlamento, ma con meno vis polemica, il deputato ed ex consigliere e ex assessore regionale Daniele Belotti, bergamasco doc. Sul fronte azzurro, invece, restano in bilico le candidature dell’ex assessore regionale Giulio Gallera e del consigliere comunale milanese Marco Bestetti, indicati nelle scorse settimane come possibili novità nelle liste forziste. L’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, lecchese, candidata nel centrodestra come indipendente del Movimento Animalista, dovrebbe essere paracadutata in un collegio di Gela, in Sicilia.

Nel centrosinistra, l’ex sindaca di Crema Stefania Bonaldi ha accettato la candidatura del Pd al Senato al terzo posto nel proporzionale, dunque difficilmente eleggibile, polemizzando su "una diffusa mortificazione del principio di territorialità" nelle liste dem e sulla "sfacciata prepotenza dei baronati e l’arroganza delle correnti".

Nel Terzo Polo costituito da Azione e Italia Viva sarà candidata la consigliera comunale milanese Giulia Pastorella. Ieri, intanto, oltre ai Gilet arancioni di Pappalardo, hanno depositato le proprie liste altri sette partiti o movimenti. In campo Free, un gruppo di comitati civici che si sono uniti a tutela della Costituzione che secondo loro è stata violata durante la pandemia.

Depositate anche le liste di Partito Animalista-Ucdl (Unione per le Cure, i diritti e le libertà), Popolo delle Partite Iva (Ppa), M5S (il leader Giuseppe Conte è capolista alla Camera), Italexit (Gianluigi Paragone è capolista alla Camera), Vita e Unione Popolare (il numero uno in lista è l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris).