Elezioni 2022, Milano ultima certezza del Partito Democratico

A spingere la sinistra un centrista e un radicale. Il sindaco Sala: "Non siamo quelli della Ztl"

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala

Milano - "Non siamo quelli della Ztl". Il sindaco Giuseppe Sala guarda i risultati milanesi delle elezioni politiche e sorride. Sì, perché l’onda lunga del centrodestra a trazione Fratelli d’Italia non ha travolto il capoluogo lombardo. Anzi, Milano si conferma ancora una volta fortino progressista, perché il centrosinistra ha conquistato due collegi su tre alla Camera e uno su due al Senato e ha mantenuto percentuali simile alla schiacciante vittoria di Sala alle Comunali di un anno fa. "Qui il risultato della mia parte politica è molto buono – commenta il primo cittadino a margine di un appuntamento pubblico –. Al Senato i partiti che mi supportano sono al 55% e io alle Comunali presi il 58%. Non è vero, e lo dimostrano i numeri, che noi siamo quelli della Ztl. Oltre la cerchia della 90-91 siamo andati bene anche stavolta. Ma è una magra consolazione". 

Già, Milano resta progressista ma l’Italia va a destra. Un risultato ampiamente prevedibile già alla vigilia del voto, secondo Sala: "Io mi sono speso (per il Pd e il centrosinistra, ndr ) ma ero totalmente consapevole di come sarebbe andata a finire. Ciononostante ho ritenuto giusto farlo. È una sconfitta chiara, che mette il centrodestra in condizione di governare. Da sindaco di Milano non posso che dire che spero che facciano il Governo prima possibile". Nel mirino è già finito il segretario dem Enrico Letta. Sala in campagna elettorale ha sostenuto il Pd. Ma come giudica ora, dopo la sconfitta, la strategia politica lettiana? "Il Pd era nel mezzo – sottolinea il sindaco –. Non era a sinistra, avendo rinunciato al rapporto con il M5S, che ha fatto una politica di sinistra. Non aveva neanche Renzi e Calenda e alla fine è rimasto un po’ da solo".

Una domanda, intanto, sorge spontanea: il prossimo segretario del Pd dovrebbe puntare su un’alleanza con Conte o con Calenda-Renzi? Per rispondere il sindaco cita ad esempio il centrosinistra largo milanese, che va dai Verdi ad Azione e Italia Viva: "La fatica di tenere insieme tutti alla fine premia. Certo, noi in maggioranza non abbiamo il M5S ma tenere insieme i Verdi e Calenda-Renzi non è semplice". Il numero uno di Palazzo Marino, infine, vuole capire quando si farà il congresso del Pd: "Se si farà in tempi brevi, a dicembre, potrebbe essere utile per le Regionali lombarde perché arrivi a una definizione politica ma rischia di essere una specie di primarie in cui una vera analisi di quello che è stato e che si può fare non ci sarebbe". Regionali più complicate ora? "Se rimangono in campo sia Fontana sia la Moratti è giocabile, altrimenti è complicato".