Il discorso di Draghi, i segreti e le frasi-chiave

La parola pandemia citata 20 volte dal premier. Seguono "Paese" e "Tutti" per un messaggio che conferma la richiesta di unità ai partiti

Mario Draghi in Senato

Mario Draghi in Senato

Roma, 17 febbraio 2021 - Nell'aula di palazzo Madama Mario Draghi ha parlato per 51 minuti, interrotto 25 volte dagli applausi e in cui la parola piu' utilizzata è stata "pandemia", a conferma del fatto che la lotta al Covid 19 e i disastri prodotti in un anno restino in cima alle priorità del premier. La seconda parola più utilizzata dal presidente del Consiglio è "Paese" seguita da "tutti", binomio che fa richiama a quella "unità di intenti" chiesta come condizione necessaria per risollevare l'Italia e gli italiani. Qui comunque potete trovare il discorso completo al Senato

 

Le parole più usate 

Nel dettaglio è curioso analizzare  quanto emerge da un "wordcloud", realizzato da YouTrend, che analizza l'atteso intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi nel giorno della fiducia al Senato. "Pandemia" (20 volte), "Paese" (18), "Tutti" (15). A seguire "nostra" (14 volte), altro termine che ricorda la collettività esattamente come "Cittadini", che il premier ha citato 12 volte. A seguire la parola "Donne" (10), su cui Mario Draghi si è intrattenuto sottolineando la necessità di colmare il gap di genere (e di stipendi) tra uomini e donne, che vede l'Italia fanalino di coda in Europa. Proprio l'aggettivo "europea" è un'altra parola che il presidente del Consiglio ha citato ben dieci volte a conferma - se mai ce ne fosse bisogno - che Bruxelles (e la Nato) resteranno due stelle pòolari, partner irrinuncialbili entro cui si muoverà l'azione del suo governo. Draghi ha poi citato per nove volte le parole "Giovani" e "Lavoratori", soprattutto ricordando la necessità di dare un futuro, e quindi un'occupazione, alle nuove generazioni.     

 

La struttura del discorso 

Nell'introduzione al suo discorso Mario Draghi si è concentrato soprattutto sulla necessità di uno sforzo comune nel solco di quanto fatto durante la ricostruzione post bellica. Il richiamo del presidente del Consiglio al Dopoguerra ha innanzitutto come postulato la considerazione che oggi l'Italia si ritrova malconcia esattamente come all'uscita del secondo conflitto mondiale.  Il messaggio all'unità nazionale ha in sè una doppia valenza. La prima è di natura strettamente politica: è un messaggio ai partiti a cui si chiede di lavorare insieme e, ora come allora, superando steccati e diversità con l'obiettivo di un bene superiore comune. Dall'altro è del tutto evidente che si tratta di un messaggio ai cittadini italiani, il richiamo a un patto intragenerazionale per creare un'Italia migliore per i giovani, "proprio come fecero i nostri nonni che si sacrificarono per noi". Il presidente del Consiglio auspica una "Nuova Ricostruzione" che non deve riguardare solo il settore economico  perchè dopo un anno di pandemia il Paese si trova ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed educativa.      

 

Le frasi-chiave

Da presidente della Bce Mario Draghi si è trasfromato in un fenomeno virale con quell'whatever it takes  pronunciato con l'autorevolezza e il coraggio di un leader in un momento di difficoltà per l'euro messo sotto scacco dalla crisi dei subprime. Anche il discorso al Senato ha in sè alcuni passaggi che rischiano di passare alla storia. A cominciare da: "Senza l'Italia non c'è l'Europa. Ma, fuori dall'Europa c'è meno Italia", chiaro avviso al partito dei sovranisti. Ma anche il "farisaico rispetto delle quote rosa" è un bell'affondo per ribadire che la disparità di genere va risolta nel concreto con un riequilibrio del gap salariale e un efficace welfare che permetta alle donne di meglio conciliare vita e lavoro. Sul fronte ambientale il premier regala un'altra frase che fa centro: "Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta". Sembre su questo fronte Draghi ricorda: "Dovremo imparare a prevenire piuttosto che a riparare". Sul fronte del Lavoro il presidente del Consiglio del consiglio ha ricordato che, dopo i grandi sforzi di sostegno al reddito, in futuro "non potremo aiutare tutti". Altro messaggio chiaro: quando finirà il blocco delle assunzioni, si dovranno fare delle scelte che la politica dovrà governare. La perla Mario Draghi l'ha però riservata alla fine del suo discorso: "Oggi, l'unità non è un'opzione, l'unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l'amore per l'Italia". Una chiosa servbita per chiudere il cerchio e riportare il concetto in apertura: solo tutti insieme ne usciremo.